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Freedom Flotilla fermata: Greta Thunberg a bordo, Israele sequestra la nave con aiuti per Gaza
A bordo della nave c’erano undici volontari, tra cui Greta Thunberg e Rima Hassan. Israele: “Li abbiamo fermati, vedano i video del 7 ottobre”. Macron chiede il ritorno dei francesi
Attorno alla mezzanotte, il mare davanti alla Striscia di Gaza si è trasformato in teatro di uno scontro diplomatico e militare. La Madleen, la nave della Freedom Flotilla che trasportava aiuti umanitari per Gaza, è stata sequestrata dalle forze israeliane. A bordo c’erano undici volontari, tra cui l’attivista svedese Greta Thunberg e l’europarlamentare Rima Hassan. Secondo i racconti arrivati in diretta dai social, l’attacco è stato fulmineo: droni hanno lanciato sostanze urticanti sul ponte, poi l’abbordaggio dell’Idf e il sequestro della nave.
Gli attivisti avevano lanciato messaggi di allarme: “Ci stanno lanciando prodotti chimici, bloccare una nave umanitaria è un crimine”, ha detto Rima Hassan prima che la linea cadesse. La Madleen si trovava ancora in acque internazionali, ma per Israele aveva oltrepassato la “linea di contatto” unilaterale. Ora la nave è stata portata nel porto israeliano di Ashdod, mentre il destino dei volontari rimane incerto.
Un video diffuso dal ministero degli Esteri israeliano mostra gli attivisti con i giubbotti di salvataggio, visibilmente tesi, ricevere acqua e cibo da un militare. Il ministro della Difesa Israel Katz ha rincarato la dose: “Greta l’antisemita e i suoi amici sostengono Hamas, è giusto che vedano i video del 7 ottobre”, ha dichiarato, ordinando di mostrare agli arrestati le immagini dell’attacco di Hamas.
La missione umanitaria, organizzata dalla Freedom Flotilla, mirava a denunciare il blocco navale e portare medicine e generi di prima necessità a Gaza. “Il nostro è un viaggio legale e pacifico, l’Onu stesso riconosce il diritto di passaggio”, avevano spiegato gli attivisti prima della partenza. Ma Israele aveva già avvisato: “Non li lasceremo arrivare a Gaza”.
L’azione militare ha scatenato reazioni internazionali. Il presidente francese Macron ha chiesto “il rientro immediato” dei sei attivisti francesi a bordo. Il governo spagnolo ha convocato l’incaricato israeliano a Madrid per protestare, mentre la Turchia ha parlato di “chiara violazione del diritto internazionale”.
Sui canali social della Flotilla, un appello: “Sono cittadini stranieri, facciamo pressione diplomatica perché siano liberati”. Il timore degli attivisti è che la vicenda finisca nel silenzio. La Freedom Flotilla, che già in passato ha sfidato il blocco navale, rivendica il diritto a portare aiuti e solidarietà. Ma per Tel Aviv si tratta di una provocazione. “Non permetteremo – ha detto Katz – che queste navi violino il blocco imposto per difendere Israele dai terroristi di Hamas”.
La Madleen è solo l’ultima a essere fermata. E la tensione continua a crescere.