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Papa Prevost noioso? Quando fare il pontefice non basta più
La liturgia non fa tendenza su TikTok. E neanche Sant’Agostino. Ma a quanto pare, il nuovo pontefice Robert Francis Prevost, designato da Papa Francesco e diventato il nuovo Vicario di Cristo, non è interessato a diventare virale. Nessuna diretta Instagram, nessun selfie con i fedeli. Solo teologia, dottrina e… messe.
Il giornalista e scrittore Francesco Merlo, dalle pagine di Repubblica, lo dice in maniera estreamente chiara: “Prevost sarà il Papa dei preti”, mentre Papa Francesco era diventato il Papa del mondo proprio perché, paradossalmente, non faceva il Papa. O almeno, non nel senso più tradizionale.
Francesco: il Papa che parlava al cuore
Papa Bergoglio aveva (e ha ancora) il carisma di chi rompe gli schemi. Parlava di migranti, tutela dell’ambiente e periferie esistenziali. Parlava semplice, senza encicliche da tradurre. Un Papa che dava del tu all’umanità e che riusciva a far parlare di sé anche fuori dalle sagrestie. Il risultato? Meno faceva il Papa e più lo sembrava. In un mondo dove la comunicazione è tutto, essere “pop” non è peccato, semmai una missione. E Papa Francesco questo lo sapeva bene.
Con Prevost si ritorna alla liturgia… ma il Vangelo è anche comunicazione
E Prevost? Tutto l’opposto. Rigoroso, studioso, silenzioso. Quasi invisibile, almeno per ora. Il problema non è essere meno pop, ma se questo nuovo stile saprà parlare a una Chiesa che non è più solo pulpito e navata ma anche algoritmo e hasthag. La domanda, pungente ma lecita, è: serve davvero un Papa che torna a “fare il Papa”? O rischiamo di tornare a una Chiesa che parla solo a se stessa?
Una guida per pochi o per tutti?
Nell’era della comunicazione, parlare solo di Sant’Agostino – figura peraltro straordinaria – sembra poca cosa. La questione è che Chiesa non può permettersi il lusso di perdere il contatto con il mondo, neanche in nome dell’ortodossia. Prevost saprà stupirci o resterà il Papa della liturgia per la liturgia? È ancora presto per giudicare. Ma una cosa è certa: fare il Papa oggi significa anche saper comunicare. E non si tratta di show o spettacolo, di situazioni informali e/o divertenti. Ma di empatia, linguaggio, presenza. La sfida del nuovo Papa è enorme: essere autentico, sì, ma anche comprensibile. E magari, ogni tanto, anche un po’… pop.