Cronaca

Un vero “re” organizza la sua successione: Giorgio Armani lascia un impero blindato da 13 miliardi di euro

Armani non aveva eredi diretti, ma ha pensato a tutto: il 99% del capitale resta sotto controllo familiare e di fedelissimi come Pantaleo Dell’Orco e Federico Marchetti. Lo statuto vieta la quotazione in Borsa per cinque anni e garantisce la distribuzione degli utili.

Published

on

    Giorgio Armani se n’è andato il 4 settembre 2025 all’età di 91 anni, lasciando in eredità al mondo lo stile sobrio ed eterno che ha reso grande il made in Italy. Ma oltre al patrimonio immateriale, resta quello ben più concreto: un impero da oltre 11 miliardi di euro, frutto di cinquant’anni di lavoro, che il fondatore aveva protetto con una pianificazione meticolosa. Già dal 2016 lo statuto societario della Giorgio Armani spa, aggiornato nel 2023, fissava le regole di governo per l’era post-Armani. Il “Signor Armani” ha pensato a tutto: dal divieto di quotazione in Borsa per almeno cinque anni alla distribuzione del 50% degli utili, passando per paletti severi sulle acquisizioni e la tutela della coerenza stilistica.

    Il gruppo, con 8.700 dipendenti e 2,3 miliardi di fatturato, resta così blindato. Al centro della successione ci sono i tre nipoti – Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio, e Andrea Camerana, figlio della sorella Rosanna – già membri del consiglio di amministrazione, insieme allo storico braccio destro Pantaleo Dell’Orco e all’imprenditore digitale Federico Marchetti, fondatore di Yoox, cooptato nel board nel 2020. A loro Armani ha affidato il compito di custodire il marchio e guidarne la crescita.

    Lo statuto prevede sei categorie di azioni con diversi pesi di voto, una struttura che garantisce a Fondazione e fedelissimi il controllo effettivo delle decisioni strategiche: dalla nomina dell’amministratore delegato all’approvazione di piani industriali, fusioni e modifiche societarie. Una costruzione che rende il gruppo impermeabile a scalate esterne e assicura continuità allo stile imprenditoriale di Armani, improntato a prudenza finanziaria e investimenti costanti.

    Non avendo figli né obblighi di legittima, Armani ha potuto disporre liberamente del suo patrimonio, affidando la quasi totalità delle quote (99,9%) al disegno fissato dal suo testamento. La Fondazione Armani, titolare dello 0,1%, avrà comunque un ruolo cruciale, in particolare nella definizione delle linee guida morali e industriali. “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”, amava ripetere. E anche nella sua successione Armani ha scelto la via della sobrietà, ma con una solidità da vero re della moda.

      Ultime notizie

      Exit mobile version