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Caso Signorini, parla il legale: «L’unico reato contestato è il revenge porn e l’indagato non è Alfonso»
Mentre l’ex re dei paparazzi prova a spostare l’attenzione sul cosiddetto “sistema Signorini”, la Procura di Milano indaga per revenge porn sulla pubblicazione di chat e immagini hard nelle puntate di “Falsissimo”. Il legale del conduttore ribadisce che il suo assistito non è indagato e richiama la norma che punisce anche chi richiede e riceve quei contenuti “a fini divulgativi”. Sul tavolo anche l’ipotesi di un’agenzia da 50–100 mila euro per “procurare la possibilità di entrare al GF” e le querele di alcuni ex concorrenti.
Alfonso Signorini è «molto rammaricato per la montagna di fango che lo ha investito», ma anche «determinato e fiducioso di poter ristabilire la verità dei fatti». A dirlo è il suo avvocato, Andrea Righi, che per la prima volta prende parola dopo l’interrogatorio di Fabrizio Corona davanti ai pm di Milano, nell’inchiesta sulla diffusione di immagini sessualmente esplicite legate al caso Signorini e alle puntate di Falsissimo.
Al centro del fascicolo, lo ricorda subito il legale, c’è un solo reato: il revenge porn. E, dettaglio tutt’altro che marginale, «l’indagato non è il dottor Signorini».
Il focus dell’inchiesta: revenge porn e immagini “esplicite”
L’indagine milanese è nata dalla scelta di Corona di mostrare, nelle puntate del suo format online, chat e contenuti sessualmente espliciti collegati al nome di Signorini e ad alcuni aspiranti o ex concorrenti del Grande Fratello. Già nei giorni scorsi erano scattate le perquisizioni: gli investigatori hanno acquisito materiale nell’abitazione dell’ex re dei paparazzi, nella sede della società Velvet Cut srl, che produce Falsissimo, e negli studi di produzione a Cologno Monzese.
La norma sul revenge porn – ricorda Righi – non riguarda solo chi diffonde immagini intime senza consenso, ma anche chi le riceve «dopo averle esplicitamente ed insistentemente richieste a fini divulgativi». Un passaggio che, secondo il legale, potrebbe allargare il perimetro dell’inchiesta, soprattutto se verrà accertato cosa sia accaduto dietro le quinte della macchina mediatica di Falsissimo.
«Corona le ha ricevute da terzi»: il rischio di un’inchiesta più ampia
«Sul fatto che Corona abbia ricevuto da terzi le immagini che ha pubblicato non mi pare che possano sussistere dubbi», osserva l’avvocato Righi, lasciando intendere che il lavoro della Procura potrebbe non fermarsi alla sola messa in onda. Un elemento che pesa ancora di più alla luce di quanto accaduto dopo i sequestri: in una puntata successiva, infatti, sarebbero state nuovamente diffuse chat e materiale esplicito.
Secondo il legale, il fatto che alcune immagini fossero opacizzate non cambia la sostanza: il nodo centrale resta la loro acquisizione, la richiesta e la natura dei contenuti che Corona avrebbe “sollecitato e ricevuto”. Da qui l’idea di un fronte giudiziario potenzialmente più largo, che potrebbe coinvolgere non solo chi ha materialmente cliccato “pubblica”, ma anche eventuali fornitori e complici della catena.
L’ombra dell’“agenzia per entrare al GF” e le altre querele sul tavolo
A rendere il quadro ancora più delicato è un altro passaggio citato da Righi, che dice di apprendere da notizie di stampa un ulteriore dettaglio emerso in sede di interrogatorio: Corona avrebbe riferito di avere un’agenzia in grado, «dietro il pagamento di 50 o 100 mila euro», di occuparsi di «procurare la possibilità di entrare al GF». L’avvocato non commenta, ma la frase resta lì, pesante, come una domanda aperta sul confine tra casting, business e promesse fatte a pagamento.
Intanto, accanto all’inchiesta principale per revenge porn, si muovono anche altri filoni. Antonio Medugno, modello ed ex concorrente del GF Vip, ha presentato querela contro Signorini per presunte avances non gradite risalenti al 2022. Un’altra possibile iniziativa legale potrebbe arrivare da Gianluca Costantino, che racconta di aver vissuto una situazione analoga nello stesso periodo: il suo legale, l’avvocato Leonardo D’Erasmo, ha spiegato che la decisione verrà presa nei prossimi giorni.
Mentre i social continuano a rilanciare accuse, spezzoni di video e ricostruzioni più o meno precise, nei corridoi della Procura il perimetro resta, per ora, chiaro: il fascicolo principale riguarda la diffusione di immagini intime senza consenso, e l’indagato si chiama Fabrizio Corona. Il resto – agenzie, presunti “sistemi” e vecchie ferite televisive – rischia di diventare un’altra storia, giudiziaria e mediatica, ancora tutta da scrivere.
