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Chiara Nasti si racconta senza filtri: «Attacchi di panico, depressione, psicofarmaci. Ma ho scelto di rinascere»
Attacchi di panico, confusione, solitudine e il ricorso agli psicofarmaci. Dopo la nascita della figlia Dea, Chiara Nasti ha affrontato un periodo durissimo. Ora racconta tutto in un lungo sfogo sui social: «Inventavo dolori, non dormivo mai, ma non potevo arrendermi. La terapia mi ha salvata. Oggi sono libera, felice e consapevole».
«Che strana che è la vita. Ti mette alla prova continuamente». Comincia così lo sfogo potente e sincero con cui Chiara Nasti ha deciso di raccontare, per la prima volta, il periodo più buio della sua vita. Un racconto intimo che l’influencer napoletana ha condiviso sui social accompagnandolo con immagini di lacrime e dolore, lontanissime dai filtri patinati di Instagram.
Il momento più difficile? Dopo la nascita di Dea, la secondogenita avuta da Mattia Zaccagni. «Tutto veloce, tutto in confusione», scrive Chiara. «Ero sola, con due bimbi, in un’altra città. Esplodevo per ogni cosa, pensavo di essere matta. Poi sono arrivati i primi attacchi di panico». Un crollo emotivo profondo che l’ha portata anche a fare uso di psicofarmaci per un mese dopo il parto. «Non dormivo mai. E mi sentivo così sola, emotivamente svuotata».
Nel suo lungo racconto, Nasti ammette di aver “inventato dolori” fisici perché «la mente quando sta male fa male anche al corpo». Ma la svolta è arrivata grazie all’aiuto di una persona stabile, che l’ha spinta a cercare un terapeuta. «Quelle parole sono state un faro. Mi sono attivata subito, come un treno. Dovevo ritrovare me stessa, a tutti i costi».
Oggi Chiara racconta di avercela fatta. Ma senza trionfalismi. «Non perdo mai il focus, cerco sempre di essere la versione migliore di me stessa. Libera e felice di come sono davvero. Senza preoccuparmi più di ciò che pensa la gente». La maternità resta una sfida, confessa: «Quando hai dei bambini non vuoi perderli di vista nemmeno per un secondo. Ti senti in colpa anche se sei presente ma non vigile. Ma ho imparato che con la calma si può conciliare tutto».
E conclude con un messaggio che è quasi un manifesto: «Non so dove mi porterà questa lezione. Ma è tutto una scoperta. Amo la vita, la mia empatia e tutta la mia energia». Una confessione autentica, che finalmente abbatte il tabù della fragilità anche sotto i riflettori.