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Corona senza freni: insulti a Elodie, frecciate ad Annalisa e l’ossessione per Belen. Pronto a tutto per un click…

Elodie accusata di “essersi fatta mezzo mondo”, Annalisa punzecchiata per il look maschile, persino l’ex fidanzata Belen trascinata nel fango. Ma qui non c’è informazione: solo squallore e disperata voglia di restare sulla cresta dell’onda.

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    C’è una domanda che aleggia ogni volta che Fabrizio Corona prende la parola. Cosa fa uno che non ha più nulla da dire, nessuna notizia da dare e nessuna credibilità da spendere, per restare sulla cresta dell’onda? La risposta è sempre la stessa: inventa. E insulta.

    Il suo ultimo show a “Falsissimo” è la prova definitiva che siamo ben oltre la cronaca e anche oltre il gossip. Siamo nel delirio puro, nell’autolesionismo mediatico travestito da scoop. Corona parla di Elodie, e lo fa con la solita grazia da bulldozer. «Si è fatta mezzo mondo dello spettacolo, va con ballerine, attrici, va a casa di Belen Rodríguez e fa sesso come se fosse uomo». Una frase che non aggiunge nulla se non squallore. Un’offesa gratuita che non risparmia nemmeno la sua ex, Belen, ormai ridotta a comparsa involontaria delle sue ossessioni.

    Non contento, il “Re del nulla” rincara: «Se vai al Pride, devi dire la verità. Non devi fare il finto bacio lesbo come quello di Madonna e Britney Spears, non ti devi nascondere, perché quello che fai lo fai solo per interesse. Tu non sei vera, sei falsa e sfrutti le persone dei diritti LGBTQIA+». L’accusa è chiara: Elodie sarebbe una furba opportunista. In realtà è solo il riflesso distorto di chi, da anni, sfrutta il fango altrui come unico carburante per restare in scena.

    E visto che la lingua batte dove il microfono duole, ecco la puntura di spillo ad Annalisa: «Si è vestita da uomo nel suo ultimo singolo». Il tutto condito da un giudizio universale: «Questo mondo fa schifo, vergogna».

    Ma il punto non è Elodie, non è Annalisa, non è nemmeno Belen. Il punto è che Corona chiama “informazione” ciò che è solo insulto seriale. Non c’è indagine, non c’è verifica, non c’è giornalismo: solo chiacchiere urlate per raccattare un titolo e qualche click.

    Un gioco pericoloso, perché quando ti abitui a spingere sempre più in là il confine della diffamazione, prima o poi il passo falso arriva. E non ti porta in tv, ma di nuovo in cella. Dove, del resto, Fabrizio è già stato ospite per quasi dieci anni.

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