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Il dolore di Sara Bluma: “Basta silenzio sulle violenze domestiche”. Can Yaman: “Ti amo, sono con te”
Con un lungo post e foto choc, Sara Bluma racconta per la prima volta le violenze subite in passato. La sua denuncia scuote i social e riaccende i riflettori su un dramma ancora troppo sommerso. Accanto a lei oggi c’è l’attore Can Yaman: “Farò di tutto per sostenerti”
«Sono stata in silenzio per troppo tempo». Così inizia il post che ha scosso i social, firmato da Sara Bluma, dj algerina dal volto noto nei club di Ibiza, Berlino e Parigi. Un post accompagnato da immagini difficili da ignorare: lividi, sangue, occhi gonfi di dolore. Sono le ferite – fisiche e invisibili – che l’artista ha deciso di mostrare per raccontare una storia di violenza domestica vissuta prima dell’incontro con l’attuale compagno, Can Yaman.
«Ho subito abusi fisici e psicologici», scrive Bluma, spiegando che la relazione con l’ex compagno – padre del suo bambino – era ormai chiusa da tempo quando ha conosciuto l’attore turco. La sua scelta di condividere pubblicamente il trauma ha un obiettivo preciso: «Voglio liberarmi di tutto ciò che ho tenuto dentro e chiarire la mia versione dei fatti».
Sara, all’anagrafe Sara Chichani, precisa di non essere mai stata sposata legalmente con l’uomo da cui ha avuto il figlio. E aggiunge: «Ho cercato di mantenere un rapporto civile per amore del bambino, che amo più di ogni cosa. Ma le violenze hanno reso tutto impossibile». Oggi, racconta, il padre del piccolo ostacolerebbe persino i suoi tentativi di vedere il figlio. «Ho affidato la situazione ai miei avvocati. Voglio solo il meglio per lui».
Accanto a lei, in questo momento, c’è Can Yaman. L’attore ha risposto pubblicamente al post della compagna con parole semplici ma forti: «Ti amo. Farò di tutto per sostenerti».
Il gesto di Sara Bluma riporta al centro dell’attenzione un tema doloroso quanto urgente: quello delle violenze che troppe donne subiscono in silenzio, spesso per paura, per vergogna o per amore dei figli. Un silenzio che oggi, grazie al coraggio di chi decide di rompere il muro, può iniziare a incrinarsi. E forse, finalmente, a crollare.