Gossip
Il “Prati-gate” torna in tv: Eliana Michelazzo assolta e ospite a Verissimo dopo sei anni dal caso Mark Caltagirone
Dopo l’assoluzione da ogni responsabilità sul “bambino-Sebastian”, Michelazzo si prepara a raccontare la sua verità da Silvia Toffanin. Dal boom mediatico del 2019 al silenzio, fino al nuovo capitolo in tv.
Il “Prati-gate” sembrava archiviato, ma la cronaca lo riporta di nuovo al centro della scena. Eliana Michelazzo, ex agente di Pamela Prati, sarà ospite a Verissimo di Silvia Toffanin, pochi giorni dopo l’assoluzione nel procedimento penale che la vedeva imputata. La vicenda risale al 2019, quando l’annuncio delle nozze tra la showgirl e il misterioso Mark Caltagirone accese l’attenzione mediatica, trasformandosi presto in un cortocircuito televisivo e social senza precedenti.
L’assoluzione e il sollievo
Il tribunale di Roma ha stabilito che Michelazzo non ebbe alcun ruolo nel coinvolgimento del minore indicato come Sebastian, presunto figlio dell’inesistente Mark. «Le persone si sono allontanate, le aziende mi hanno voltato le spalle. Oggi questa sentenza chiarisce che non ero coinvolta. Sono stata presa in giro io per prima», ha dichiarato. L’ex manager, rappresentata dall’avvocato Raffaele Rivetti, ha raccontato le conseguenze psicologiche e professionali di quella stagione: «Questa storia mi ha devastata, ma adesso posso guardare avanti».
Dal boom alla caduta
All’epoca dei fatti, la narrazione ruotava tra talk show e social network, con la Michelazzo e Pamela Perricciolo a sostegno della versione di Prati. Poi il crollo pubblico: ammissioni, accuse incrociate, un presunto matrimonio mai esistito e un bambino inconsapevole coinvolto per quello che credeva fosse un provino televisivo. Una trama che mescolava illusioni, pressioni mediatiche e una macchina dello spettacolo che alimentava, puntata dopo puntata, il mito dell’enigma Caltagirone.
Il ritorno davanti alle telecamere
Con la sentenza arrivata sei anni dopo, Michelazzo prova a voltare pagina. Il ritorno in tv da Silvia Toffanin avrà il sapore di un confronto pubblico con una storia che ha consumato reputazioni e carriere. Il “Prati-gate”, divenuto simbolo dell’eccesso mediatico e dell’ambiguità tra realtà e fiction, aggiunge così un nuovo capitolo: non più accuse e sospetti, ma la voce di chi rivendica di essere stata ingannata e travolta.
Sanata la posizione giudiziaria, resta la memoria collettiva di un caso che continua a raccontare molto più della spettacolarizzazione del privato: un cortocircuito culturale che l’Italia non ha dimenticato.
