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Rosalinda Celentano senza filtri su papà Adriano: “A casa era come un quarto figlio. Ma dal dolore nasce la mia forza”

Figlia di Adriano Celentano e Claudia Mori, Rosalinda non teme di parlare del suo rapporto col padre: “Era un uomo distratto da un mondo che lo reclamava altrove”. Oggi, tra arte e introspezione, rivendica la libertà di mostrarsi fragile: “Ho imparato che la fragilità è la mia vera forza”.

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    Rosalinda Celentano non conosce mezze misure. Si racconta senza filtri, con quella sincerità disarmante che l’ha resa una voce fuori dal coro nel mondo dello spettacolo. Figlia di due icone, Adriano Celentano e Claudia Mori, ha sempre vissuto in equilibrio instabile tra il peso dell’eredità familiare e la ricerca di sé stessa.

    “Mia madre era troppo giovane — aveva 22 anni e già quattro figli. Io considero mio padre il quarto”, ha confessato in un’intervista recente. “Penso che certe cose si dicano pur non pensandole davvero. Ma a volte, nella vita, si è troppo pieni di ruoli per capire chi si è davvero”.

    Parole dure, che restituiscono il ritratto di un’infanzia segnata da contraddizioni: l’amore e la distanza, la fama e la solitudine, il desiderio di essere vista da un padre spesso assorbito dal mito di se stesso. “Era un punto di riferimento per milioni di italiani, ma a casa sembrava distratto, come se il mondo lo reclamasse altrove”, ha spiegato Rosalinda con una dolcezza che non nasconde il rimpianto.

    Eppure, proprio da quelle ferite, ha costruito la sua forza. “Ho imparato a convivere con il dolore trasformandolo in arte”, dice. Pittrice, poetessa, attrice, Rosalinda Celentano è sempre stata un’anima in cerca di verità. Negli anni ha attraversato momenti difficili, anche di isolamento, ma ogni caduta è diventata un punto di ripartenza.

    Una delle esperienze che l’hanno segnata di più è stata quella vissuta negli Stati Uniti, dove decise di condividere la vita con alcuni senzatetto. “La strada è una grande scuola. Sono stata con loro, incosciente forse, perché a quell’età ti senti invincibile. Ma è lì che ho capito quanto valga la semplicità, quanto poco serva per sentirsi vivi.”

    Oggi Rosalinda guarda al passato con lucidità, senza rancore. “Non rinnego nulla, nemmeno il dolore. Mio padre resta un pezzo enorme della mia vita, anche se spesso lontano. Ma so che in fondo mi ha dato la cosa più preziosa: la possibilità di essere me stessa”.

    Una confessione che suona come una resa dei conti, ma anche come una carezza: la consapevolezza che dalle crepe, a volte, entra la luce.

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