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Vittoria Puccini sposa Fabrizio Lucci: «Con Alessandro Preziosi? Ci ha salvato Elena»
Nel corso di un’intervista a F, Vittoria Puccini si racconta con sincerità: il dolore per la fine con Preziosi, il ruolo centrale della figlia Elena, la lezione di altruismo ricevuta dalla madre scomparsa troppo presto, e l’equilibrio finalmente trovato con Lucci, l’uomo che ha superato ogni prova.
Vittoria Puccini è pronta a dire sì. Dopo undici anni accanto a Fabrizio Lucci, direttore della fotografia con cui condivide casa, vita e affetti, l’attrice ha confermato che le nozze sono in programma. Quando? Non si sa. Potrebbe essere una cerimonia intima, improvvisa, oppure una festa con tanti invitati. «È una cosa che abbiamo deciso di fare – racconta a F – ma non abbiamo fissato né organizzato nulla. Come sempre, quello che arriverà, arriverà».
E accanto a lei, pronta forse a spiccare il volo, c’è la figlia Elena, 19 anni, avuta da Alessandro Preziosi. Un rapporto che, pur finito da tempo, non è mai diventato veleno: «Per Alessandro ho sofferto – ammette Vittoria – ma il fatto di avere Elena ci ha protetto. Ci ha impedito di farci del male». E se oggi le parole sono misurate e mature, in passato non sempre è stato così: «Da ragazza convivevo con una persona, ci siamo lasciati e ho portato via tutto da casa in modo compulsivo. Poi mi sono chiesta: perché l’ho fatto?».
Con Elena, oggi, il rapporto è profondo, ma libero. «Resistere alla tentazione di proiettare su di lei le mie ambizioni è stato difficile. Per anni dicevo: voglio che sia migliore di me. Ora dico solo: che possa scegliere chi vuole essere».
E mentre Elena si prepara forse a lasciare il nido, Vittoria ricorda il momento in cui anche lei, alla stessa età, lasciò Firenze per Roma, per rincorrere il sogno del cinema. Oggi guarda la figlia e non ci ritrova la sua timidezza, ma «una sensibilità, una curiosità, una maturità che mi commuovono».
Non manca un ricordo della madre, scomparsa quando lei aveva solo 14 anni: «Era un’insegnante che portava a casa bambini in difficoltà. Aveva un’attitudine naturale all’aiuto. Io ci ho dovuto lavorare, ma quella è la lezione più grande che mi ha lasciato».
Quanto a Fabrizio Lucci, compagno silenzioso e discreto da oltre dieci anni, Puccini sorride: «Stare con me non è semplice. Ma il suo periodo di prova è finito. Dorme sonni sereni, secondo me».