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Il peso della vergogna dopo una truffa: come rialzarsi e tornare a fidarsi

Come reagire quando si cade in una truffa: a chi rivolgersi, quali strumenti legali esistono e perché smettere di sentirsi responsabili dell’inganno.

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    Quando si finisce nella rete di un truffatore, la prima reazione spesso non è la rabbia. È la vergogna. Il pensiero è sempre lo stesso: “Come ho potuto cascarci?”. Una domanda che blocca molti dall’agire, e che trasforma chi ha subito un reato in una vittima silenziosa.

    Eppure le truffe in Italia sono un fenomeno enorme e in costante crescita, soprattutto online: secondo i dati del Ministero dell’Interno, negli ultimi anni le frodi telematiche hanno superato stabilmente le 150mila denunce annuali. Reati diffusi, reati “intelligenti”, pensati proprio per aggirare la diffidenza di persone attente e normali. Non “sprovveduti”.

    Prima regola: denunciare subito

    La truffa è un reato previsto dall’articolo 640 del Codice Penale. Questo significa che la vittima ha sempre il diritto di sporgere denuncia, anche se ha perso poco denaro o se il colpevole sembra irrintracciabile. Le opzioni sono due:

    Carabinieri o Polizia di Stato: di persona
    Denuncia online: tramite il portale della Polizia Postale per i reati informatici

    La denuncia non serve solo a recuperare — se possibile — ciò che è stato sottratto: contribuisce a bloccare organizzazioni criminali che spesso operano su larga scala e mietono decine o centinaia di vittime.

    Se ci hai rimesso soldi: contatta subito la banca

    Se la truffa è avvenuta via carta o bonifico, è fondamentale segnalare immediatamente l’operazione all’istituto di credito.
    La normativa europea sui pagamenti (PSD2) tutela i consumatori: in molti casi la banca può rimborsare le transazioni non autorizzate, soprattutto quando viene dimostrata la frode. I tempi contano: prima si interviene, più alte sono le possibilità di bloccare l’importo.

    Associazioni e sportelli per non restare soli

    In Italia esistono diversi organismi che supportano chi ha subito una truffa:

    Polizia Postale — assistenza e prevenzione reati online
    Sportelli delle associazioni dei consumatori (come Altroconsumo, Adiconsum, Codacons) — aiuto legale e pratico
    Sportelli comunali o regionali per vittime di reato — supporto psicologico e burocratico

    Rivolgersi a chi se ne occupa ogni giorno aiuta a ritrovare lucidità e a capire i propri diritti.

    Il macigno emotivo: la colpa che non ti appartiene

    Il problema non è solo economico. Il meccanismo psicologico più velenoso è il victim blaming: l’abitudine sociale (e personale) a ritenere la vittima in parte responsabile di ciò che è successo.

    I truffatori studiano accuratamente fragilità, distrazioni, bisogni. Lavorano sulla fiducia, sul desiderio o sull’urgenza:

    • il finto tecnico che “deve cambiare il contatore subito”
    • il falso operatore bancario che ti chiede “solo un codice SMS”
    • l’amico che scrive su WhatsApp “Sto male, mandami 200 euro”
    • l’annuncio online con prezzo perfetto e foto rubate

    Non è ingenuità: è un attacco costruito per sfruttare la parte migliore delle persone — la fiducia.

    Gli psicologi lo confermano: la vergogna blocca, isola e impedisce di cercare aiuto. Chi viene truffato tende a chiudersi, proprio quando avrebbe bisogno dell’esatto contrario.

    Parlane, non nasconderlo

    Raccontare ciò che è accaduto — a parenti, amici, professionisti — è un passo fondamentale per uscire dalla spirale emotiva. Non è debolezza, ma consapevolezza: condividere l’accaduto riduce il senso di solitudine e aumenta la possibilità che il truffatore venga identificato.

    Anche perché ogni truffa svelata è una truffa in meno per qualcun altro.

    La dignità non te l’ha portata via nessuno

    Chi truffa sceglie con cura i bersagli: non i “più stupidi”, ma i più umani. Quelli che credono nella parola, nell’aiuto reciproco, nella buona fede. Per questo smettere di sentirsi colpevoli è un atto di difesa, ma anche di coraggio.

    Se sei stato truffato, hai subito un reato.
    La responsabilità è al 100% di chi lo ha commesso.

    Rivolgerti alle autorità, alle associazioni e ai professionisti non è solo un modo per ricostruire ciò che hai perso: è un passo per riprenderti ciò che non ti verrà mai tolto — il tuo valore.

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