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Salvate il “soldato” TikTok: Trump firma la terza proroga per mantenere vivo il social

TikTok continua a tirare il fiato negli Stati Uniti grazie a un nuovo ordine esecutivo firmato da Donald Trump che rimanda per altri 90 giorni il divieto di utilizzo del social cinese. Nonostante le tensioni tra Washington e Pechino e l’ombra del ban, il popolo americano potrà continuare a scrollare, ballare e creare video virali senza interruzioni. Ma l’accordo definitivo tra ByteDance e le autorità americane tarda ad arrivare. Scopriamo tutti i dettagli di questa interminabile battaglia a colpi di ordini esecutivi, proroghe e strategie politiche.

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    TikTok, il social network che ha rivoluzionato il modo di comunicare e intrattenere milioni di utenti nel mondo, è ancora salvo negli Stati Uniti. Almeno per il momento. Il presidente Donald Trump ha appena firmato la terza proroga che estende di altri tre mesi il “respiro” del social, evitandone il ban definitivo che, secondo le leggi approvate dall’amministrazione Biden nel 2024, avrebbe dovuto spegnere l’app in terra americana.

    Lunga vita al social, a patto che risulti sicuro

    Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, conferma la notizia con una dichiarazione chiara e diretta: «Il presidente Trump non vuole che TikTok venga oscurato. Questa proroga durerà 90 giorni. Giusto il tempo che l’Amministrazione riesca a garantire la chiusura dell’accordo, in modo che gli americani possano continuare a usare TikTok con la certezza che i loro dati siano sicuri». In poche parole, TikTok continuerà a vivere, almeno fino a settembre 2025, mentre il puzzle dei dati e della proprietà resta ancora da risolvere.

    ByteDance e le trattative: nessun accordo in vista

    Dall’altra parte della barricata c’è ByteDance, la casa madre cinese di TikTok, che conferma come la situazione sia tutt’altro che chiusa. Questa la loro posizione: «Ci sono questioni chiave che devono ancora essere risolte», si legge nel comunicato ufficiale. Il nodo risulta sempre essere lo stesso: la sicurezza dei dati degli utenti americani e la necessità che TikTok venga in qualche modo “americanizzato” per scongiurare rischi di spionaggio o influenza cinese. Oracle, Perplexity AI e persino lo youtuber MrBeast risultano come potenziali acquirenti, anche se nessuno di questi accordi ha ancora raggiunto una concretizzazione precisa.

    La guerra dei palinsesti e la corsa al “TikTok perfetto”

    Dietro la facciata dei negoziati politici, TikTok si conferma un asset troppo prezioso per essere lasciato andare via. La sua popolarità tra i giovani e la capacità di creare trend virali lo rendono un giocattolo irresistibile, ma per gli USA anche un rischio da gestire con cautela. La proroga di Trump sembra quindi una mossa tattica per guadagnare tempo, mentre la pressione politica cresce in vista delle elezioni e delle strategie di politica interna.

    Il futuro? Una questione aperta

    Per ora, TikTok rimane sul palco americano, pronto a far ballare e ridere milioni di utenti. Ma la domanda è: quanto durerà ancora questa tregua? E cosa succederà se non si troverà un accordo entro i prossimi 90 giorni? Una cosa è certa: il “ban” di TikTok negli USA è diventato uno dei capitoli più paradossali e intricati della tech war tra USA e Cina, e il popolo americano può solo incrociare le dita mentre continua a scrollare.

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