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Italia, dal 2026 scatta l’obbligo di collegare POS e registratori di cassa: tracciabilità totale e multe fino a 4mila euro per chi non si adegua

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato il provvedimento che definisce le modalità operative: collegamento tramite area riservata, niente cavi fisici e controlli automatici. Sanzioni da 1.000 a 4.000 euro per ogni violazione e rischio sospensione dell’attività in caso di recidiva.

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    Dal 1° gennaio 2026 cambia la vita a commercianti, ristoratori e professionisti. L’Italia introduce un nuovo tassello nella lotta all’evasione fiscale: ogni esercente dovrà collegare il proprio POS al registratore telematico, così che ogni pagamento elettronico sia automaticamente associato all’emissione dello scontrino. Una misura prevista dalla Legge di Bilancio 2025 e disciplinata dal provvedimento n. 424470 dell’Agenzia delle Entrate.

    Una piattaforma unica, niente cavi e installazioni
    La soluzione è digitale e non richiede modifiche hardware. Non ci sarà nessun cavo che collega fisicamente il terminale al registratore: tutto avverrà tramite un servizio online dedicato nell’area riservata sul sito dell’Agenzia. Ogni esercente, o il proprio consulente, dovrà accedere e associare la matricola del registratore telematico ai dati del POS. Il sistema mostrerà automaticamente tutti i dispositivi registrati a nome dell’attività, grazie alle comunicazioni preventive degli operatori finanziari.

    Tracciabilità integrata e obiettivo “compliance quasi totale”
    La ratio è chiara: rendere tecnicamente impossibile accettare un pagamento elettronico senza emettere scontrino. Il collegamento, spiegano dall’Agenzia, nasce “dal confronto con le associazioni di categoria” e mira a “un tasso di compliance prossimo al 100%”. Il provvedimento riguarda ogni realtà che certifica i corrispettivi tramite registratore e accetta pagamenti elettronici, inclusi circuiti digitali come Satispay. Restano fuori solo chi non è tenuto agli scontrini o chi emette esclusivamente fattura.

    Multe fino a 4mila euro e rischio sospensione
    Il sistema introduce anche un regime sanzionatorio severo: per chi non collega i dispositivi o non memorizza e trasmette correttamente i dati, le multe vanno da 1.000 a 4.000 euro per ogni singola violazione. E per chi persiste c’è l’ipotesi peggiore: la sospensione della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività.

    Una stretta che si inserisce nel percorso di digitalizzazione fiscale già visto con fatturazione elettronica e registratori telematici. L’obiettivo, oggi più che mai, è ridurre i margini di evasione e creare un sistema trasparente e coerente, dove pagamento e scontrino diventano un unico processo.

    Per gli esercenti si apre ora la fase di preparazione. Il conto alla rovescia verso il 2026 è ufficialmente partito.

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