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Spray colorato contro i borseggiatori: difesa creativa o rischio legale?

Dalle strade di Londra ai vaporetti di Venezia cresce la tentazione di usare spray colorati per “marcare” i ladri e renderli riconoscibili. Ma la legge italiana cosa prevede davvero?

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    L’idea sembra uscita da un film d’azione, ma in alcune città europee è ormai realtà: usare uno spray colorato per segnare i borseggiatori e facilitarne l’identificazione. Una pratica nata nel Regno Unito e che, complice l’aumento dei furti nei luoghi turistici, sta attirando attenzione anche in Italia, soprattutto a Venezia, dove i borseggi sono diventati un fenomeno quotidiano e aggressivo.

    Dalla Gran Bretagna al dibattito italiano

    A Londra è da anni diffuso il “farb gel”, uno spray colorante pensato esclusivamente per uso difensivo. Non irrita, non ustiona, non provoca dolore: lascia solo una macchia indelebile per giorni su pelle e vestiti, rendendo immediatamente identificabile chi ha appena commesso un furto. Le forze dell’ordine britanniche lo riconoscono come un dispositivo legale di autodifesa, alternativo agli spray urticanti, che nel Regno Unito sono vietati ai privati.

    In Italia, lo scenario è molto diverso. A Venezia, in particolare, non sono i cittadini a usare spray colorati, bensì alcune bande di borseggiatori che impiegano spray urticanti – spesso peperoncino – come arma offensiva per confondere turisti e famiglie prima della fuga. Una pratica pericolosa e illegale che ha contribuito a far crescere l’esasperazione dei residenti.

    Parallelamente, si è iniziato a discutere – sui social e in alcuni contesti locali – dell’idea di adottare spray colorati come deterrente. Ci sono perfino testimonianze di pendolari che avrebbero spruzzato vernice sulle presunte borseggiatrici sui mezzi pubblici. Ma cosa accade sul piano normativo se si usa uno spray colorato contro un ladro, e questo decide di denunciare?

    Cosa dice davvero la legge?

    In Italia, la normativa di riferimento è quella sulla legittima difesa (art. 52 del Codice Penale).
    In sintesi: si può reagire a un’aggressione solo se la risposta è proporzionata al pericolo.

    Uno spray colorato – purché non urticante e non lesivo – rientra in una zona grigia: non è vietato, ma il suo utilizzo contro una persona non è automaticamente giustificato. Se il borseggiatore, anche colto in flagrante, decidesse di sporgere denuncia per lesioni, violenza privata o danneggiamento, la persona che ha usato lo spray dovrebbe dimostrare che:

    • era in corso un’aggressione o un furto;
    • non c’erano alternative meno impattanti;
    • la reazione è stata immediata e proporzionata.

    Se queste condizioni non ci sono, l’uso dello spray può essere considerato un eccesso di difesa.

    Il rischio dell’errore: quando l’innocente viene segnato

    Gli esperti di sicurezza sottolineano un ulteriore pericolo: lo scambio di persona.
    Spruzzare una vernice indelebile a qualcuno sulla base di un sospetto errato può portare a:

    • denunce per diffamazione,
    • richieste di risarcimento,
    • accuse per violenza privata.

    Un confine molto sottile che mostra i limiti delle “soluzioni fai da te”.

    Tra necessità e frustrazione: cittadini in prima linea

    Il problema di fondo resta la percezione, soprattutto nelle città turistiche come Venezia, di una crescente impunità dei borseggiatori e di un’impossibilità concreta di fermare i furti. I pendolari, esasperati, cercano metodi per difendersi o per segnalare i ladri. Tuttavia, senza un quadro normativo chiaro, questa creatività rischia di trasformarsi in un boomerang.

    Le forze dell’ordine, da parte loro, ricordano che il modo più efficace e sicuro per intervenire resta chiamare immediatamente gli agenti, documentare l’accaduto e non affrontare direttamente il borseggiatore.

    Innovazione o azzardo?

    Lo spray colorato potrebbe diventare uno strumento utile anche in Italia?
    Forse sì, ma solo se:

    • chiaramente regolamentato,
    • non offensivo,
    • riconosciuto dalle forze dell’ordine,
    • accompagnato da campagne informative.

    Senza norme precise, ogni uso resta potenzialmente rischioso.

    L’idea di “marcare” i borseggiatori può sembrare una soluzione rapida e creativa a un problema reale, ma scivola spesso sul piano della legalità e della sicurezza. Finché non esisterà un quadro normativo chiaro, lo spray colorato rimarrà più vicino alla cronaca e alla polemica che a una vera strategia di prevenzione urbana. In una battaglia contro i furti che, invece, richiederebbe strumenti ufficiali, formazione e interventi mirati, non improvvisazioni.

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