Spettacolo

Cristiana Capotondi rompe il silenzio: “Mia figlia è nata fuori dalla coppia tradizionale, ho scelto la maternità in zona Cesarini”

Capotondi chiarisce che il padre non è Andrea Pezzi e riflette sul tema sociale: “In Italia non si aiuta la natalità, rischiamo una generazione di anziani soli”.

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    Cristiana Capotondi ha sempre protetto con discrezione la sua vita privata. Ma a due anni dalla nascita della piccola Anna, avvenuta nel settembre 2022, l’attrice romana ha deciso di raccontarsi come non aveva mai fatto prima. In una lunga intervista a Sette, il magazine del Corriere della Sera, la 44enne ha spiegato che la sua maternità è arrivata fuori dal contesto di una coppia tradizionale. Una scelta che lei stessa definisce “in zona Cesarini”, giunta al termine di un percorso di riflessione personale e scandita dalla consapevolezza che il tempo non aspetta.

    Quando le è stato chiesto apertamente se avesse avuto una figlia fuori dalla coppia, Capotondi ha risposto senza giri di parole: «A un certo punto il tempo accelera senza che te ne accorgi e ti trovi dentro un’urgenza senza saperlo. Hai trascorso tanti anni a dire “prima o poi” e improvvisamente ti trovi nel poi». Una frase che racchiude il senso di una scelta maturata dopo anni di attesa e dopo la fine della relazione con Andrea Pezzi, suo storico compagno. «Il padre non è Andrea», aveva già chiarito subito dopo il parto, senza però mai rivelare l’identità dell’uomo.

    L’attrice, che si è sempre tenuta lontana dalle luci del gossip, ha voluto allargare la riflessione al piano sociale. «Ci sono donne che non vogliono figli, ed è giusto così. Ma ce ne sono molte che li desidererebbero e vi rinunciano», ha spiegato, sottolineando come l’Italia resti un Paese poco accogliente per la maternità. «In Francia e in Germania i tassi di natalità sono diversi. Da noi solo al Sud le cose vanno un po’ meglio, grazie alla famiglia allargata. Ma dovrebbe essere un interesse nazionale».

    Capotondi ha voluto anche guardare oltre l’orizzonte personale, lanciando un monito: «Molti della mia generazione arriveranno alla vecchiaia senza figli. Chi si prenderà cura di loro? Io credo sia già un’emergenza e spero che la politica se ne stia occupando».

    Parole che aprono una finestra intima sulla sua maternità, ma che diventano anche riflessione pubblica. Perché dietro la storia della piccola Anna, c’è la voce di una madre che rivendica la propria scelta e denuncia un Paese che continua a rendere difficile ciò che altrove è sostenuto e incoraggiato.

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