Televisione

Fiorello chiude con Sanremo: “Dopo cinque edizioni basta. Non lo farei per rispetto ad Amadeus”

Lo showman esclude un ritorno all’Ariston nel 2026, anche se ammette: “Mai dire mai”. Poi la stoccata ironica alla tv di oggi: “I varietà? Dovrei iniziarli alle 23 e finire alle sei del mattino”.

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    Fiorello chiude il cerchio. Dopo cinque edizioni da protagonista tra palco e retropalco del Festival di Sanremo, lo showman ha escluso un ritorno all’Ariston, almeno nel prossimo futuro. “Un altro Sanremo? Dopo cinque edizioni basta, non lo farei per rispetto ad Amadeus, io con un’altra persona non ci posso andare”, ha dichiarato durante il Festival dello Spettacolo al Superstudio Più di Milano, rispondendo al direttore di Tv Sorrisi e Canzoni Aldo Vitali.
    “Conti è una persona straordinaria, lui stesso lo sa — ha aggiunto — ma non sarebbe giusto, anche per chi lo guarda, vedermi sempre lì”. Parole che chiudono, almeno per ora, l’era del duo che ha rivoluzionato il Festival della canzone italiana.

    Un addio pieno di ironia

    Con la consueta leggerezza, Fiorello ha scherzato anche sulle sue condizioni fisiche: “Con l’alluce rigido e malanni vari, può bastare così”. Battute da vero mattatore, ma anche un messaggio chiaro: dopo anni di trionfi televisivi, è tempo di voltare pagina. L’intesa con Amadeus — tra gag, improvvisazioni e momenti memorabili, come la celebre “scena di John Travolta” — ha segnato un’epoca. E ora i due, come ha ironizzato qualcuno, “lasciano Sanremo in carrozza”.

    La tv che cambia (e lui che se ne accorge)

    Durante l’incontro, Fiorello ha riflettuto anche sull’evoluzione della tv di oggi: “I varietà? Pensate a farlo oggi uno show che dura tre ore… A che ora dovrei iniziare, alle 23? Finirebbe alle sei del mattino!”. Poi la frecciatina al pubblico moderno: “Una volta alle 20.30 annunciavano il programma e noi già partivamo. Oggi è un’altra epoca, e va bene così”.
    Un commiato elegante, senza rancore: lo showman osserva il cambiamento con la sua solita ironia. Perché, anche lontano da Sanremo, Fiorello resta sempre Fiorello — l’uomo capace di far ridere e riflettere con una sola battuta.

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