Tennis
Sinner ko a Cincinnati, il mistero del malore: torta di compleanno, aria condizionata o virus intestinale?
Un compleanno festeggiato con torta panna e fragole, un brindisi fuori programma, i soliti colpi micidiali dell’aria condizionata americana e l’ombra di un virus intestinale. Sono queste le ipotesi sull’improvviso malore che ha costretto Jannik Sinner a dire basta nella finale di Cincinnati.
Non è la sconfitta in sé a fare rumore, ma il motivo. Jannik Sinner a Cincinnati non ha perso contro Carlos Alcaraz: è stato battuto da un nemico invisibile. Il suo ritiro dopo appena cinque game resta un giallo. Che cos’ha messo ko il numero uno d’Italia, bianco in volto e incapace di muoversi?
Gli indizi riportano al giorno prima, quando ha compiuto 24 anni. Gli organizzatori del torneo lo hanno festeggiato con una torta di panna e fragole, un brindisi e qualche foto. Un gesto di routine che però per un atleta di livello può trasformarsi in trappola. Basta una fragola non lavata o un cucchiaio di crema rimasto troppo fuori dal frigo per scatenare un’intossicazione alimentare.
C’è poi l’altra pista, quella americana per eccellenza: l’aria condizionata. Onnipresente negli hotel, nei ristoranti e persino negli spogliatoi, con getti gelidi che colpiscono a tradimento. Non sarebbe la prima volta che un atleta paga il conto di un colpo d’aria, trasformato in dolori muscolari e malessere generale.
Infine, l’ipotesi del virus intestinale. Un’infezione che non guarda classifiche né ranking, capace di annientare chiunque con nausea e debolezza. E chi ha visto Sinner domenica lo racconta pallido, con lo sguardo perso, come chi lotta con uno stomaco in rivolta.
Niente ginocchia, niente caviglie, niente schiena. Stavolta non c’entra la meccanica del corpo, ma la chimica. «Da domenica non mi sentivo bene, speravo di migliorare nella notte e invece sono peggiorato» ha ammesso lui, quasi a confermare che il problema fosse interno, non muscolare.
La finale è durata ventitré minuti, ma il giallo del malore resta. A New York Sinner dovrà difendere il titolo e scrollarsi di dosso l’incubo di Cincinnati. Intanto resta l’immagine di un campione che, per una torta, un condizionatore o un virus, ha visto incepparsi la sua macchina perfetta.