Benessere

Cambio di stagione ed emicrania: perché aumentano gli attacchi e come ridurli

Il passaggio dall’estate all’autunno e poi dall’inverno alla primavera non mette alla prova solo l’umore, ma anche la salute neurologica. Gli sbalzi di temperatura e di pressione atmosferica sono tra i fattori che più spesso innescano le crisi di emicrania.

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Cambio di stagione ed emicrania: perché aumentano gli attacchi e come ridurli

    Stanchezza, mal di testa improvvisi e cali di concentrazione. Sono molti a sperimentare un peggioramento dei sintomi emicranici durante i cambi di stagione. Secondo la Società Italiana per lo Studio delle Cefalee (SISC), le variazioni meteorologiche – soprattutto la pressione barometrica e l’umidità – possono influenzare i meccanismi vascolari e neurologici che scatenano il dolore. Non è un caso se proprio in questi periodi dell’anno aumentano gli accessi ai centri specializzati in cefalee.

    Perché il meteo influisce sul cervello

    La relazione tra clima ed emicrania è stata oggetto di diverse ricerche. Uno studio pubblicato su Neurology ha evidenziato come i rapidi cali di pressione atmosferica possano alterare l’equilibrio dei neurotrasmettitori, facilitando l’insorgenza dell’attacco. Anche la variazione della durata della luce diurna, che regola la produzione di melatonina, può disturbare i ritmi circadiani e rendere più vulnerabili ai mal di testa.

    Chi rischia di più

    A soffrire maggiormente sono le persone già predisposte: chi ha familiarità per emicrania, chi soffre di cefalea cronica o chi è particolarmente sensibile agli stimoli esterni. Le donne, a causa delle oscillazioni ormonali, hanno statisticamente un rischio triplo rispetto agli uomini. Inoltre, chi svolge lavori irregolari, con turni notturni o poco sonno, tende ad avere attacchi più frequenti.

    Prevenire con piccoli gesti quotidiani

    Gli esperti consigliano di non sottovalutare i primi campanelli d’allarme e di adottare alcune strategie preventive:

    • Regolarità del sonno: andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora riduce lo stress biologico.
    • Alimentazione equilibrata: evitare digiuni prolungati, abuso di caffeina e alcol, eccesso di cibi ricchi di conservanti e glutammato.
    • Idratazione costante: la disidratazione è uno dei più comuni fattori scatenanti.
    • Attività fisica moderata: sport come camminata veloce, yoga o nuoto aiutano a stabilizzare i livelli di serotonina.
    • Gestione dello stress: tecniche di rilassamento, meditazione e respirazione possono attenuare l’intensità degli attacchi.

    Quando serve il medico

    Se il mal di testa diventa frequente o invalidante, è fondamentale rivolgersi a un centro cefalee. Le terapie oggi disponibili spaziano dai farmaci specifici per l’attacco acuto (triptani) a trattamenti preventivi più moderni, come gli anticorpi monoclonali anti-CGRP, che hanno ridotto significativamente gli accessi in pronto soccorso per emicrania grave.

    Un approccio personalizzato

    Gli specialisti sottolineano che non esiste una cura valida per tutti: l’approccio deve essere costruito su misura, combinando farmaci, igiene di vita e, in alcuni casi, fisioterapia o supporto psicologico. La prevenzione resta l’arma principale per affrontare con serenità i mesi di transizione climatica.

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