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Prospero Pica di ABP Partners: “Il core banking decide chi sopravvive”
Resilienza digitale, dati, rischi e processi: la trasformazione non è informatica ma strutturale. La chiave, spiega Prospero Pica, è far seguire la tecnologia alla banca e non il contrario. Italia e Svizzera accelerano perché senza un core moderno cloud, AI e personalizzazione restano solo promesse.
La digitalizzazione bancaria in Europa sta entrando in una fase completamente nuova. Dopo anni in cui l’attenzione si è concentrata soprattutto sulle app, sulla qualità dell’esperienza utente e sui servizi online, nel 2025 i consigli di amministrazione stanno guardando molto più in profondità. Il nuovo terreno di investimento è il core banking, cioè il cuore tecnologico della banca: il sistema che gestisce conti, movimenti, prodotti finanziari, dati dei clienti, controlli e report.
Si tratta di un ritorno deciso al “motore”, spinto sia da ragioni economiche sia da nuove regole che stanno ridisegnando il settore. Il primo elemento che ha accelerato questa corsa è normativo. Dal 17 gennaio 2025 sarà pienamente operativo il regolamento europeo DORA, il Digital Operational Resilience Act. È una normativa che chiede alle istituzioni finanziarie una resilienza digitale molto più elevata, più controllo sul rischio ICT e una gestione rigorosa dei fornitori tecnologici. Anche molte banche svizzere, pur non facendo parte dell’Unione Europea, si stanno adeguando: operano con clienti europei o sono connesse al mercato comunitario e non possono permettersi di restare indietro.
In termini concreti, DORA rende evidente un problema che il settore porta con sé da anni: sistemi troppo vecchi, pieni di integrazioni costruite nel tempo, diventano instabili e difficili da controllare. Questo aumenta i rischi operativi, complica la tracciabilità dei dati e rende più fragile la continuità dei servizi. È qui che nasce la necessità di tornare al core.
Il secondo fattore è economico. I margini bancari sono sotto pressione, i costi aumentano e la concorrenza di fintech e digital bank è sempre più forte. I vecchi sistemi centrali, monolitici e stratificati, rallentano tutto: il lancio di nuovi prodotti, la capacità di personalizzare i servizi e perfino l’utilizzo di tecnologie come cloud e intelligenza artificiale. Per questo oggi la modernizzazione del core non è più una scelta tecnica ma una condizione per restare competitivi.
In questo scenario si inserisce l’analisi di Prospero Pica, fondatore di ABP Partners ed esperto internazionale di project management bancario. La sua lettura è semplice e molto diretta: «La modernizzazione del core non è un progetto IT, è una trasformazione di banca». Prospero Pica ripete un principio che sta diventando centrale: «La tecnologia deve seguire la banca, non sostituirla. Il cuore del cambiamento è il DNA bancario».
Il messaggio è chiaro: cambiare il core non significa solo installare un nuovo software, ma ridisegnare processi, controlli, responsabilità e perfino il modo in cui la banca prende decisioni e gestisce i rischi.
Ed è anche il motivo per cui molti progetti falliscono. L’errore più comune, spiega Prospero Pica, è partire dalla piattaforma e poi cercare di adattare la banca al software scelto. L’approccio corretto è l’opposto: prima si definiscono governance, processi critici, requisiti regolatori e obiettivi di business; solo dopo si configura la tecnologia. In altre parole, è la banca a guidare la scelta tecnica, non viceversa.
Secondo l’analisi di Prospero Pica, tre elementi stanno facendo davvero la differenza nei progetti più maturi. Il primo è la qualità dei dati: senza una data governance solida, anche il miglior sistema resta scollegato dalla realtà operativa. Il secondo è l’adozione di architetture modulari e basate su API, che permettono di evolvere velocemente senza ricostruire tutto ogni volta. Il terzo è la gestione del rischio operativo: la transizione deve essere governata dal business almeno quanto dall’IT, perché la resilienza richiesta da DORA non ammette passi falsi.
Per Italia e Svizzera la direzione è quindi tracciata: il core banking è tornato al centro e sarà la leva decisiva per efficienza, innovazione e solidità. Il punto evidenziato da Prospero Pica resta il più importante: non conta solo quale tecnologia scegli, ma come governi la trasformazione. In un’Europa in cui DORA rende più pesante la responsabilità digitale, la tecnologia non può sostituire la banca. Può solo seguirla, rafforzandone il DNA operativo.
