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Per capire il Conclave ci vuole un dizionario! Ecco le parole che contano

L’elezione di un nuovo papa segue un rituale millenario, ricco di formule in latino che scandiscono ogni passaggio. Dal famoso Habemus Papam al misterioso Extra omnes, ecco le parole chiave per non perdersi nulla e vivere il Conclave come un vero esperto.

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    L’elezione di un nuovo Papa è un evento che segue un rituale millenario, un processo scandito da parole e formule in latino, la lingua ufficiale della Santa Sede. Chi vuole seguire ogni passaggio con attenzione, deve conoscere i termini chiave che accompagnano il Conclave. Ma non solo. Anche la celebrazione liturgica e l’annuncio dell’elezione usano parole in latino. Il latino utilizzato nel Vaticano non è esattamente quello classico di Cicerone. Si trata infatti di una forma di latino ecclesiastico che si è evoluta nei secoli all’interno della Chiesa. Sebbene oggi la messa sia celebrata nelle lingue moderne, il latino rimane fondamentale nei documenti ufficiali, nelle encicliche e nei riti solenni, come quello del Conclave.

    Uno dei primi concetti legati all’elezione papale è proprio il termine “Conclave“, che ha un’origine suggestiva. Deriva dal latino “cum clave“, che significa “chiuso a chiave“. E ricorda una pratica iniziata nel XIII secolo, quando gli abitanti di Viterbo rinchiusero i cardinali in un palazzo per accelerare l’elezione del nuovo pontefice. Era il 1271 e dopo 1006 giorni senza papa, la città non poteva più aspettare.

    Pro Eligendo Romano Pontefice

    La fase iniziale dell’elezione prevede la celebrazione della Santa Messa “Pro Eligendo Romano Pontifice“, ovvero la liturgia “per l’elezione del Romano Pontefice“. L’uso del gerundio “eligendo“, che con la preposizione “pro” indica il fine della celebrazione, cioè la scelta del nuovo capo della Chiesa cattolica. Il titolo “pontífice“, che oggi è sinonimo di Papa, ha un’origine ancora più antica e curiosa. Proviene da “pontifex“, che nella Roma antica designava un membro del collegio sacerdotale incaricato di conservare le tradizioni religiose e giuridiche della città, con il pontefice massimo come capo. Questo titolo, a partire dal V secolo, fu attribuito ai vescovi, per poi identificare definitivamente il Papa.

    Extra omnes quando la Cappela Sistina di chiude

    Quando arriva il momento della scelta del nuovo pontefice, i cardinali elettori devono pronunciare un solenne giuramento all’interno della Cappella Sistina, subito dopo il canto del Veni Creator. Le parole chiave di questa fase è “Extra omnes“, che significa “Fuori tutti” e viene pronunciata quando le porte della Cappella vengono chiuse, escludendo chiunque non sia elettore dal luogo sacro della votazione. Ogni cardinale riceve una scheda di votazione con la frase “Eligo in Summum Pontificem“, ovvero “Scelgo, eleggo come Sommo Pontefice“, dove viene scritto il nome del prescelto. Quando qualcuno raggiunge il numero sufficiente di voti, gli viene fatta la domanda decisiva. “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?“, ovvero “Accetti l’elezione a Sommo Pontefice?“. Se il cardinale accetta, risponde semplicemente “Accepto“, senza troppi formalismi.

    Quo nomine vis vocari? Come vuoi essere chiamato?

    Segue poi la scelta del nome, a cui viene rivolta la domanda “Quo nomine vis vocari?”, ovvero “Con quale nome vuoi essere chiamato?“. Negli ultimi secoli, non ci sono stati casi di mancata accettazione dell’elezione, il che rende questa fase un semplice passaggio formale. Il momento più atteso è senza dubbio l’annuncio dell’avvenuta elezione, pronunciato sulla loggia centrale della Basilica di San Pietro. La famosa formula latina inizia con “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!“, ovvero “Vi annuncio una grande gioia: abbiamo un Papa!“. Seguono poi il nome di battesimo dell’eletto, il suo cognome e il nome papale scelto, con il nuovo pontefice che si affaccia sulla piazza per impartire la solenne benedizione “Urbi et Orbi“, destinata “alla città di Roma e al mondo intero“. Con questa proclamazione si chiude il periodo chiamato “Vacantis Apostolicae Sedis“, ovvero “Sede Apostolica vacante“, iniziato con la morte o le dimissioni del pontefice precedente.

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