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Putin, i sosia e la paranoia del bagno: il presidente russo viaggia con un kit segreto per riportare a Mosca persino la sua… popò

Guardie del corpo con valigette sigillate, bagni portatili e contenitori speciali: la routine dei viaggi di Putin non prevede solo blindature e cecchini sui tetti, ma anche la gestione maniacale di ogni traccia biologica. Precauzioni che alimentano i sospetti: malattia segreta o semplice ossessione del regime?

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    Per Vladimir Putin nulla è lasciato al caso. Nemmeno ciò che, in teoria, dovrebbe finire nello scarico. Durante il recente vertice in Alaska con Donald Trump, il presidente russo è apparso in buona forma, sorridente e sicuro davanti ai flash. Ma a colpire non sono state le strette di mano o i sorrisi di circostanza: secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Express US, le sue guardie del corpo trasportavano un “contenitore speciale per le feci”. Un dettaglio che, da solo, dice molto sulla paranoia del Cremlino.

    La ragione è semplice, almeno per Mosca: impedire a potenze straniere di mettere le mani su campioni biologici del capo del Cremlino e scoprire eventuali segreti sulla sua salute. Nessun capello, nessuna goccia di sudore, nessun escremento deve restare all’estero. Tutto viene raccolto e riportato in Russia, in contenitori sigillati e affidati al Servizio Federale di Protezione.

    Questa pratica non è nuova. Già nel 2017, durante una visita in Francia, e poi a Vienna nel 2018, Putin avrebbe utilizzato bagni portatili personali, evitando contatti con strutture pubbliche. Una routine che oggi appare ancora più ossessiva, alla luce delle voci mai confermate sulle sue condizioni: c’è chi parla di cancro, chi di Parkinson, chi di problemi cardiaci. Il Cremlino ha sempre negato, ma i video che lo mostrano con gambe tremanti o gonfiori al volto continuano ad alimentare sospetti.

    A rendere il quadro ancora più grottesco ci pensano le teorie complottiste sui sosia. Secondo studi giapponesi, software di riconoscimento avrebbero individuato almeno due “doppi” addestrati per sostituirlo in pubblico. Differenze nei tratti del viso, nella voce, persino nei movimenti. Coincidenze o prove di un grande inganno?

    Fatto sta che ad Anchorage Putin si è mostrato energico e all’altezza della controparte americana, un Trump di 79 anni che ama vantarsi della propria salute di ferro. Ma il messaggio resta chiaro: al Cremlino la biologia del leader è materia di sicurezza nazionale. Al punto che persino la toilette diventa questione di Stato.

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