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Trump sconfitto sui dazi grazie ai vini italiani: la Corte d’Appello li dichiara illegali, il caso Schwartz alla Suprema Corte

Secondo le corti Usa, Trump ha abusato dell’International Emergency Economic Powers Act imponendo dazi senza emergenza nazionale. «Le tasse spettano al Congresso, non al presidente», ribadiscono gli avvocati. Intanto i dazi continuano a colpire aziende e lavoratori.

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    La sconfitta politica e legale di Donald Trump passa dai vigneti italiani. A portarla a casa è Victor Schwartz, importatore di vini pugliesi come il Cacc’e Mmitte, che ha deciso di sfidare la Casa Bianca e ha visto riconosciute le proprie ragioni da due diversi tribunali. La Court of International Trade prima, e la Corte d’Appello di Washington poi, hanno dichiarato illegali i dazi imposti dal presidente americano, giudicandoli un abuso di potere.

    «Ormai non c’è più alcun dubbio: Trump ha commesso un abuso quando ha imposto i suoi dazi al mondo intero. La legge è chiara e vinceremo anche alla Corte Suprema», ha dichiarato l’avvocato Ilya Somin, che guida il team legale del Liberty Justice Center.

    Il nodo giuridico è l’uso dell’International Emergency Economic Powers Act. Una legge che può essere attivata solo in presenza di emergenze nazionali e che, in ogni caso, non contempla i dazi come strumento. Entrambi i tribunali hanno quindi respinto l’impostazione dell’ex presidente. Somin insiste: «Anche i giuristi più conservatori condividono questa lettura. Le tasse spettano esclusivamente al Congresso. Se Trump vuole imporle, deve chiedere un’autorizzazione parlamentare. Non esiste altra via legale».

    Trump ha reagito definendo partigiana la Corte d’Appello, ma i fatti lo smentiscono: la decisione è stata firmata da giudici nominati da presidenti di entrambi gli schieramenti. Una prova che il caso non è politico, ma tecnico.

    Schwartz, emozionato, ha spiegato perché non poteva restare fermo: «Non mi ero mai sognato di fare causa al governo americano, ma è straordinario sentirsi dare ragione due volte. Significa che lo stato di diritto resiste ancora». Per lui non è solo una battaglia di principio: «I dazi stanno distruggendo vite umane. Aziende che falliscono, lavoratori licenziati. Se sono illegali, non possono restare in vigore».

    Per ora le tariffe non sono state revocate: la Corte ha sospeso l’esecuzione della sentenza in attesa del ricorso alla Suprema Corte. Ma il pronunciamento è chiaro e gli avvocati di Schwartz sono convinti di poter vincere anche davanti a un collegio che Trump ha plasmato con sei giudici conservatori su nove. «La Costituzione non lascia margini – ribadiscono –. I dazi, così come sono stati imposti, violano le regole. Vanno cancellati».

    Il futuro della guerra commerciale voluta dal presidente passa dunque anche da un calice di vino italiano.

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