Cronaca

Papa Leone XIV, tutti lo vogliono: da Kiev al Perù, ma lui prende tempo

Zelensky lo chiama e chiede una visita a Kiev, Bartolomeo potrebbe portarlo a Nicea. Ma Leone XIV sembra cauto: “Dal Perù, presto notizie”

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    È bastata una settimana da Papa perché Robert Francis Prevost diventasse il personaggio più richiesto del pianeta. Leone XIV, appena insediato, è già stato invitato da presidenti, patriarchi, giornalisti e governi. Ma lui, con lo stile di chi sa che la fretta è cattiva consigliera, ascolta, riflette e per ora non scioglie nessun nodo.

    Il primo a muoversi è stato Volodymyr Zelensky. Nella loro prima telefonata — “molto calorosa”, secondo il presidente ucraino — il capo dello Stato ha invitato il Papa a recarsi a Kiev per una visita apostolica. «Porterebbe speranza vera a tutti i credenti e a tutto il nostro popolo», ha scritto su X. I due si sono detti pronti a rimanere in contatto e si sono ripromessi un incontro “nel prossimo futuro”. Ma se e quando, al momento, resta un punto interrogativo.

    Il tema è delicato. Francesco aveva già espresso il desiderio di andare a Kiev, ma solo se avesse potuto passare anche da Mosca. Una condizione difficile da soddisfare. Ora toccherà a Leone XIV decidere: accettare l’invito ucraino da solo o rimettere sul tavolo la vecchia idea del doppio viaggio. Una scelta anche geopolitica, che non sarà presa a cuor leggero.

    Chi spera di averlo presto in patria è anche la Turchia. Da tempo si prepara una visita a Nicea, in occasione dell’anniversario del Concilio del 325, il primo grande concilio ecumenico della cristianità. Francesco ci aveva pensato a lungo, poi aveva rinunciato. Ma il progetto è stato riaperto. E Leone XIV, a chi gli ha chiesto conferma, ha risposto: “Sì, siamo al lavoro sull’organizzazione”.

    Il contesto è favorevole: quest’anno la Pasqua è caduta nello stesso giorno per cattolici e ortodossi. E proprio domenica prossima arriverà in Vaticano il patriarca Bartolomeo di Costantinopoli per la messa di inizio pontificato. Potrebbe essere l’occasione giusta per formalizzare l’invito e dare un’accelerata alla macchina diplomatica.

    Ma qui si apre un altro fronte: se Francesco aveva già visitato la Turchia, per Leone sarebbe la prima volta. E allora la visita non potrà limitarsi solo a Nicea, ma dovrà probabilmente includere anche una tappa ufficiale ad Ankara. Il dossier è aperto.

    Nel frattempo, da altri Paesi arrivano proposte. La più delicata riguarda Fatima: uno dei luoghi più simbolici della fede cattolica. Ma Leone XIV ha risposto in modo evasivo, dicendo che “il cardinale Prevost aveva previsto di andarci, ma i piani sono cambiati”. Una frase diplomatica, che sembra escludere viaggi a breve.

    Sorpresa invece sul fronte sudamericano. Alla domanda se tornerà “presto a casa”, Leone ha risposto “Non presto”, riferendosi agli Stati Uniti. Ma al Perù, dove ha vissuto vent’anni come missionario e poi vescovo, ha dedicato una frase molto più promettente: “Aspettatevi presto notizie su di me in Perù”. Parole che suonano come una mezza conferma.

    Il primo vero segnale sulla sua agenda internazionale potrebbe arrivare venerdì, quando riceverà in udienza gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Lì, forse, si capirà meglio se davvero intende orientare la sua politica estera più a favore dell’Ucraina o mantenere una neutralità prudente. Per ora, Leone XIV sembra preferire la linea della continuità con Francesco. Ma i tempi cambiano, e con essi i gesti.

    Per adesso, i viaggi restano ipotesi. Nicea è quasi certa, Kiev è una possibilità, il Perù un’opzione dal forte valore personale. Tutti lo vogliono, ma lui non ha fretta. E questo, in fondo, è già un segnale.

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