Cronaca
Paura a viale Mazzini: si parla di un “Me Too” in arrivo dentro la Rai
Da giorni a viale Mazzini si respira un clima di inquietudine. Alcune autrici e professioniste Rai starebbero raccogliendo testimonianze e prove di avances e pressioni “spinte” subite negli anni. Si teme un effetto domino destinato a scuotere i piani alti dell’azienda.
Aleggiano voci sempre più insistenti nei corridoi di viale Mazzini, dove la parola “paura” sembra essere tornata d’attualità. Si parla di un possibile “Me Too” in salsa Rai, una denuncia collettiva che potrebbe travolgere ambienti e figure di rilievo della tv pubblica.
Secondo quanto filtra da ambienti interni, un gruppo di collaboratrici, autrici e giornaliste starebbe valutando l’ipotesi di portare alla luce episodi di comportamenti inappropriati, avances indesiderate e situazioni di pressione sul lavoro. Non un singolo caso, ma una serie di episodi — dicono — che si sarebbero ripetuti negli anni, sempre secondo dinamiche simili.
Si tratterebbe di testimonianze ancora informali, ma già messe nero su bianco, corredate da nomi, circostanze e date. «Basta silenzi, è ora di parlare», avrebbe confidato una delle professioniste coinvolte a un collega di redazione. L’obiettivo, spiegano le voci, sarebbe presentare un esposto collettivo alle autorità competenti o ai vertici aziendali, dopo un confronto con i sindacati interni.
La notizia — mai confermata ufficialmente — ha già messo in agitazione i piani alti. C’è chi teme un terremoto mediatico, con possibili ripercussioni su dirigenti e capistruttura, e chi parla di “caccia alle streghe”, preoccupato per un’ondata di accuse difficili da gestire. In molti, però, ricordano che l’azienda di servizio pubblico non è mai stata immune da tensioni interne, favoritismi e rapporti di potere opachi.
Nel frattempo, tra i giornalisti e i tecnici che affollano le redazioni, le voci corrono: c’è chi fa nomi, chi giura di sapere, chi teme di finire tirato in ballo per semplici frequentazioni professionali.
Il clima è teso, quasi sospeso, e in Rai si attende di capire se il “caso” resterà solo un sussurro di corridoio o se diventerà la miccia di una nuova, clamorosa tempesta mediatica.