Storie vere
Tim si fa mordere dai serpenti per aiutare la scienza
La sua storia, seppur estrema, dimostra che la scienza può nascere nei modi più inaspettati, persino tra il morso di un cobra e il sangue di un uomo che ha deciso di sfidare la natura.
Lui si chiama Tim Friede ha 45 anni e per anni ha fatto il meccanico nel Wisconsin. Ha una grande passione: i serpenti. Tim è appassionato di rettili velenosi ai quali ha dedicato 18 anni della sua vita a un esperimento estremo. Si è fatto mordere volontariamente dai serpenti più letali del mondo per sviluppare un sistema immunitario resistente ai veleni. Dopo oltre 200 morsi e 500 iniezioni di veleno, il sangue di Friede oggi è diventato una vera e propria risorsa medica. Il suo plasma infatti è capace di neutralizzare il veleno di 16 specie di serpenti altamente pericolosi. Un processo che potrebbe rivoluzionare la produzione di sieri antiveleno, dando speranza a migliaia di persone nei paesi più colpiti da questi rettili.
Come funziona l’immunità ai veleni?
La tecnica di Friede è particolare. Si basa su un principio scientifico noto da tempo. L’organismo, esposto a dosi crescenti di una tossina, può sviluppare anticorpi capaci di neutralizzarla. Questo meccanismo è simile a quello usato per i sieri antiveleno tradizionali, che vengono prodotti iniettando dosi non letali di veleno in cavalli o pecore, per poi estrarre e purificare gli anticorpi. Friede, però, ha applicato questa strategia su sé stesso, in un percorso estremamente rischioso e non regolamentato. Sottoporsi volontariamente a dosi di veleno letale senza supervisione medica è estremamente pericoloso. Infatti, nel 2001, dopo due morsi consecutivi di cobra, Friede è finito in coma per quattro giorni. Quando si è ripreso, il suo sistema immunitario era ancora più resistente, ma l’esperienza ha evidenziato quanto il metodo sia imprevedibile e pericoloso.
Dal rettilario domestico ai laboratori scientifici
Fin da giovane, Friede era ossessionato dai serpenti velenosi. Contro il parere della sua famiglia, ha costruito un rettilario in casa, riempiendolo con specie esotiche pericolose. Per evitare di morire in caso di morso, ha iniziato ad auto-immunizzarsi, prima con piccole iniezioni diluite, poi aumentando progressivamente la dose. Infine, ha iniziato a farsi mordere direttamente, provocando deliberatamente le sue vipere e cobras fino a sviluppare una tolleranza avanzata. La sua storia ha suscitato curiosità e incredulità, diventando virale sui social con video in cui si mostrava mentre veniva morso e sopportava il dolore.
L’impatto con la scienza: il vaccino antiveleno umano
Gli esperimenti di Friede hanno attirato l’attenzione di Centivax, azienda specializzata nella produzione di sieri antiveleno. Jacob Glanville, ceo di Centivax, ha riconosciuto in Friede una risorsa unica. Il suo sangue, ricco di anticorpi contro numerosi veleni, potrebbe diventare la base per un nuovo vaccino universale contro i morsi di serpente. I test condotti in laboratorio hanno dimostrato che gli anticorpi di Friede neutralizzano efficacemente il veleno di serpenti come il mamba nero, il cobra reale e il serpente tigre.
Un passo avanti nella lotta contro i morsi di serpente
Ogni anno, i morsi di serpente uccidono più di 100.000 persone, soprattutto nei paesi poveri, dove i sieri scarseggiano e molte persone non hanno accesso a cure tempestive.In molte comunità, le persone camminano scalze, esponendosi al rischio di essere attaccate da serpenti letali. In queste zone, un vaccino efficace potrebbe rappresentare una svolta. Il lavoro di Friede, nonostante il rischio e le critiche, ha aperto nuove prospettive sulla possibilità di creare un antiveleno umano che possa proteggere milioni di vite.