Cronaca
Vent’anni fa lo scandalo Lapo Elkann: overdose, trans e coca nella notte che spogliò la famiglia Agnelli
La trans Patrizia, che gli salvò la vita, raccontò tutto: «Lapo è un cliente abituale, viene sempre con due di noi, paga 2-3 mila euro a ciascuna». E c’è chi giura che, stavolta, lo scandalo non fu insabbiato. Lapo, poi, nella sua prima intervista: «Non mi piacciono i trans, io sono etero. Io suscito invidia».
Era la notte tra il 9 e il 10 ottobre 2005, vent’anni esatti fa, quando la favola patinata della famiglia Agnelli si squarciò come un lampo. “Lapo Elkann in ospedale per overdose”, titolavano i giornali. Non era un gossip: era la verità. Il “nipotissimo”, il rampollo biondo e ribelle che aveva reso di nuovo cool la Fiat, era stato trovato privo di sensi in un monolocale di Torino dopo una notte di sesso e cocaina con due trans e un travestito.
In un’Italia ancora senza social, la notizia esplose come una bomba. Lapo, 28 anni appena compiuti, era il volto della nuova generazione Agnelli, un mix di stile e provocazione. Ma quella notte il mito si sgretolò. A salvarlo fu Patrizia, una trans di 53 anni, che chiamò il 118 quando si accorse che non respirava più. Gli iniettarono il Narcan e gli salvarono la vita.
Fu Patrizia stessa a raccontare il retroscena: «Lapo è un cliente abituale. Viene sempre di domenica, senza scorta, e ogni volta ne vuole almeno due. Paga bene, duemila o tremila euro a testa. La cocaina la compra lui, ma la prendo io coi suoi soldi». Dichiarazioni che demolirono ogni tentativo di silenzio.
Le tv aprirono speciali, Porta a Porta dedicò la serata al caso e l’amico Gelasio Gaetani d’Aragona Lovatelli minimizzò: «Il 92% delle persone che frequento fa uso di coca». In redazione si parlò di “tsunami Agnelli”, perché per la prima volta la famiglia non tentò di coprire nulla.
Secondo il giornalista Gigi Moncalvo, lo scandalo non fu insabbiato apposta: «Volevano raddrizzarlo». E il giorno dopo arrivò il colpo finale: Martina Stella, la fidanzata dell’epoca, lo lasciò con un comunicato gelido.
Dopo il ricovero, Lapo scomparve per qualche settimana tra rehab e fughe all’estero. Poi, a fine 2005, concesse la sua prima intervista post scandalo: «Non mi piacciono i trans e non sono gay. Sono etero, io suscito invidia».
Era l’inizio di una lunga ricostruzione d’immagine, ma anche la fine dell’innocenza. Perché quella notte di vent’anni fa non travolse solo Lapo: segnò la caduta definitiva dell’ultimo mito familiare intoccabile d’Italia.