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Alessia Marcuzzi oltre i 50: «Piena di difetti, ma le cinquantenni di oggi sono le nuove trentenni»
Marcuzzi ammette che non è stato facile superare la soglia dei 50, ma rivendica la nuova energia di una generazione che non si arrende agli stereotipi. Tra carriera, famiglia e la dedica social alla figlia Mia, mostra il volto più autentico di sé.
Alessia Marcuzzi non ha paura di mostrarsi senza filtri. In un’intervista a Grazia, la conduttrice ha raccontato il rapporto con la propria immagine e con il tempo che passa. «Sono piena di difetti, e non sono mai stata sicura di me stessa», confessa. Poi aggiunge: «Però crescendo ho imparato – ed è quello che cerco di insegnare a mia figlia – che noi donne siamo molto più esposte ai giudizi, è incredibile la differenza di trattamento che c’è fra un uomo e una donna. È assurdo l’accanimento sulle donne per i loro difetti».
Il giro di boa dei 50, festeggiato lo scorso anno, è stato un passaggio delicato. «È stata dura superare quella soglia», ammette. Ma non si abbandona al pessimismo: «Per certi versi credo che le cinquantenni di oggi siano le nuove trentenni». Una frase che fotografa bene la sua voglia di ribaltare cliché e di raccontare la maturità come un tempo di libertà e consapevolezza.
Accanto alla riflessione personale, non mancano i riferimenti alla sfera privata. Marcuzzi ha avuto relazioni note con Simone Inzaghi, Francesco Facchinetti, Carlo Cudicini e Pietro Sermonti. Nel 2014 si è sposata con Paolo Calabresi, da cui si è separata nel 2023. Ora, quando le chiedono del cuore, risponde con un enigmatico «Lavori in corso», che lascia intendere la possibilità di un nuovo capitolo sentimentale.
Il legame più forte resta quello con i figli. Pochi giorni fa ha commosso i social con una dedica alla secondogenita Mia, avuta da Facchinetti, per i suoi 14 anni. Una carrellata di foto e video, dai ricordi d’infanzia alle vacanze in famiglia, accompagnata da parole che mescolano ironia e tenerezza: «La più puffa, pazzarella, aristoide, rompina, talentuosa, goccia cinese, sensibile, generosa e drag queen che io conosca». Un ritratto denso di amore e autoironia, che si chiude con una richiesta da mamma: «Non farmi fare troppo tardi il sabato sera quando ti vengo a prendere».
Tra difetti, fragilità e nuove sfide, Marcuzzi sembra aver trovato la chiave per attraversare questa fase della vita: accettarsi senza maschere, raccontarsi con leggerezza e continuare a mettersi in gioco.