Personaggi
Nicoletta Romanoff si racconta: «Quattro figli da tre uomini? Sono stati loro a salvarmi»
Nel memoir Il tralcio alla vite, Nicoletta Romanoff apre il suo mondo interiore e condivide dolori, giudizi subiti e la forza ritrovata grazie ai figli. «Mi hanno detto di tutto, anche in sala parto. Ma loro, i miei bambini, sono stati la mia salvezza».
Non è solo un volto da film o da fiction, Nicoletta Romanoff. Dietro al sorriso elegante che il pubblico ha conosciuto in Ricordati di me di Gabriele Muccino, c’è una donna che ha attraversato il dolore, la vergogna e il giudizio. E che oggi, con grande sincerità, si racconta nel suo primo libro: Il tralcio alla vite.
Tutto parte da una ferita mai davvero rimarginata: la morte del fratello, quando lei aveva solo diciott’anni. «Ho trattenuto tanto dolore, per paura di affrontarlo e per una certa immaturità. Mi vergognavo di stare male, non volevo appesantire il dolore dei miei genitori. Cercavo di rendere tutto più luccicante». Col tempo, però, ha capito che «non c’è niente di male a mostrarsi vulnerabili. Anzi, è la cosa più autentica che abbiamo».
Non è stata l’unica prova. Romanoff ha quattro figli da tre relazioni diverse, e non sono mancate le critiche. Due figli, Francesco e Gabriele, li ha avuti da Federico Scardamaglia. Maria è nata dalla relazione con Giorgio Pasotti. Anna, la più piccola, è figlia dell’attuale compagno Federico Alverà. Proprio durante il parto di Anna, un medico le fece una battuta pungente sui padri diversi. «È un giudizio al quale purtroppo sono abituata. Non me l’aspettavo da un medico, ma che devi fare? Ho chiuso gli occhi e ho detto: Signore mio, meno male che tu non mi giudichi con questa severità».
Anche la fede è stata un terreno spinoso. «Un parroco mi disse che non potevo prendere l’eucarestia perché divorziata. Ma nella Chiesa, come nella medicina, contano le persone: c’è chi ti respinge e chi ti accoglie». Per ricevere di nuovo la comunione, ha dovuto attendere dieci anni l’annullamento dalla Sacra Rota.
Durante la scrittura del libro, ha perso anche il padre. «Quando hai la responsabilità di una famiglia, non puoi lasciarti andare. Ho ricevuto tanti doni preziosi, i miei figli soprattutto. Se non li avessi avuti, forse mi sarei abbandonata al dolore. Ma la vita, a volte, toglie da una parte e ti restituisce dall’altra».