Gossip

Raoul Bova porta Corona in tribunale: “Condotta scellerata e messaggi diffusi per fare soldi”

Dopo l’avvocata Bernardini de Pace, anche Raoul Bova passa alle vie legali contro Fabrizio Corona. Nel mirino la diffusione di messaggi privati su Telegram, accompagnata da commenti denigratori e da un invito esplicito ai follower a condividerli, per trasformare la vita personale dell’attore in materiale virale a pagamento.

Published

on

    Nuovi guai giudiziari per Fabrizio Corona: stavolta a denunciaro è stato Raoul Bova. L’attore ha presentato querela contro l’ex re dei paparazzi. Accusandolo di aver diffuso messaggi privati con finalità di lucro e di averne fatto oggetto di pubblica derisione. Una vicenda che segue la denuncia già formalizzata dall’avvocata Annamaria Bernardini de Pace, coinvolta di riflesso nella polemica social.

    Secondo quanto riportato nella querela firmata dal legale David Leggi, la condotta di Corona integra non solo la diffamazione. Ma anche la più grave ipotesi di «illecita diffusione di dati personali», un reato che può arrivare fino a tre anni di carcere. L’accusa si fonda su un elemento preciso: non si è trattato di una semplice pubblicazione casuale, ma di una vera e propria strategia virale.

    Sul canale Telegram di Corona è apparso un messaggio inequivocabile: «Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po’ questo VIP». In cima, l’etichetta provocatoria: “Il vocale di Raoul Bova (Che sfigato)”. Per l’attore, quell’invito esplicito alla condivisione dimostra l’intenzione di colpire la sua immagine. E moltiplicare le visualizzazioni, alimentando un ritorno economico legato agli abbonamenti e alle pubblicità online.

    La querela parla di «condotta scellerata», volta a umiliare pubblicamente l’attore e a trasformare la sua vita privata in merce da consumo digitale. Il danno, secondo Bova, è stato immediato e amplificato: tra account personali e canali professionali, i contenuti di Corona raggiungono oltre due milioni di follower.

    La vicenda si inserisce in un contesto già spinoso. La giovane modella Martina Ceretti e l’imprenditore Federico Monzino sono stati accusati di aver tentato di sfruttare i messaggi privati come leva di pressione economica, paventando la diffusione tramite Corona. Quando l’attore ha rifiutato, la pubblicazione è puntualmente arrivata.

    Adesso la parola passa ai magistrati, con il procuratore aggiunto Giovanni Conzo e il pm Eliana Dolce già al lavoro insieme alla polizia postale. L’ennesima puntata di un copione che sembra sempre uguale: Corona trasforma la privacy dei vip in spettacolo, e i tribunali si preparano a fare i conti con il prezzo di questa visibilità a pagamento.

      Ultime notizie

      Exit mobile version