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È tornata la regina del Mediterraneo: nuova foca monaca avvistata nel golfo di Napoli

La foca monaca, tra i mammiferi marini più minacciati al mondo, è stata avvistata più volte in Campania tra aprile e giugno. Un evento eccezionale che conferma il lento ritorno della specie nel Mediterraneo occidentale. Ma serve rispetto: ecco cosa fare (e non fare) in caso d’incontro

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    Nuota tra le acque di Capri, si lascia avvistare nei pressi di Ischia, sbuca a sorpresa nel Cilento o davanti a Punta Campanella. Dopo decenni di assenza quasi totale, la foca monaca è tornata a farsi vedere lungo la costa campana. E non si tratta più di un caso isolato. Negli ultimi due mesi, da fine aprile a giugno, si sono moltiplicate le segnalazioni di turisti, pescatori e appassionati che hanno documentato – in alcuni casi con video – la presenza di questo mammifero elusivo e affascinante.

    La Monachus monachus, una delle specie marine più minacciate al mondo, era considerata quasi estinta in Italia. La sua popolazione globale è stimata in appena 700 esemplari, e nel Mediterraneo occidentale sembrava ormai scomparsa. Ma qualcosa, finalmente, sta cambiando. Gli esperti dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella hanno verificato i recenti avvistamenti e avviato nuove indagini scientifiche per monitorare la situazione. Un lavoro prezioso, perché ogni segnale conta.

    I numerosi incontri registrati – l’ultimo solo pochi giorni fa – fanno pensare che potrebbero esserci più di un individuo a nuotare nel golfo di Napoli, il che rafforza l’ipotesi di un ritorno non episodico, ma potenzialmente stabile. Si tratta di un evento che ha dell’eccezionale, e che racconta una piccola ma significativa storia di speranza per la biodiversità del nostro mare.

    In passato, ogni avvistamento di foca monaca in Italia era vissuto come un piccolo miracolo. Oggi, però, gli indizi si moltiplicano: Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia e ora Campania. La specie – che un tempo abitava in abbondanza tutto il Mediterraneo – sta lentamente tentando di riprendersi i suoi spazi. Un risultato che, secondo gli esperti, è frutto di anni di protezione ambientale, di un miglioramento della qualità del mare e della presenza di grotte costiere tranquille, ideali per il riposo e la riproduzione.

    Ma un ritorno del genere può reggere solo a una condizione: il rispetto. Ecco perché l’AMP Punta Campanella ha lanciato un appello a tutti coloro che vivono o navigano lungo la costa: non inseguite, non toccate, non disturbate. Le regole sono semplici: mantenere almeno 50 metri di distanza, evitare rumori forti o movimenti bruschi, spegnere il motore se ci si trova nei pressi di un avvistamento e, soprattutto, non ostacolare mai il percorso dell’animale.

    La foca monaca non è un’attrazione da spiaggia: è una specie protetta per legge, ed è essenziale trattarla come tale. Ogni comportamento irresponsabile potrebbe mettere a rischio non solo l’individuo avvistato, ma l’intero processo di ritorno della specie nelle nostre acque. Per questo motivo, in caso di incontro, è fondamentale segnalare immediatamente l’avvistamento a ISPRA, alla Capitaneria di Porto o all’Area Marina Protetta di riferimento. Ogni osservazione contribuisce a raccogliere dati fondamentali per monitorare e proteggere questa rarissima presenza.

    In un Mediterraneo sempre più fragile e sotto pressione, la ricomparsa della foca monaca è un segno potente. Un segnale che qualcosa può cambiare, che la natura può tornare, se le si concede lo spazio e la tranquillità di cui ha bisogno. Non sprechiamo questa occasione.

    Viva la foca. E viva il mare che ce l’ha restituita.

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