Animali
Meduse, vipere, ragni violino e zanzare tigre: l’estate avvelenata degli italiani
Meduse in aumento, vipere anche in pianura, zanzare tigre che sembrano immortali e il ritorno del famigerato ragno violino. Il caldo e l’umidità stanno trasformando le vacanze in una corsa alla farmacia più vicina. E non bastano più il doposole e il ghiacciolo per sopravvivere.
Altro che estate da sogno. Quella del 2025 rischia di passare alla storia come la più urticante e velenosa degli ultimi anni. In mare, sulla sabbia o in montagna, il pericolo è ovunque. E se i selfie in costume restano d’obbligo, l’accessorio più richiesto dell’estate è il cortisone.
Partiamo dalle meduse, regine indiscusse delle cronache balneari. Nei mari italiani si segnala una vera e propria “fioritura gelatinosa”: bagnanti punti anche in acque basse, spiagge chiuse temporaneamente e vendite record di creme anti-bruciore. Le specie più diffuse? La Pelagia noctiluca (quella con i tentacoli urticanti) e la Rhizostoma pulmo, meno tossica ma comunque fastidiosa.
Ma non basta. Perché mentre si cerca sollievo in montagna, ecco spuntare le vipere. Sempre più avvistamenti anche sotto i 600 metri, in zone collinari e persino ai margini delle città. In Lombardia, Liguria e Toscana, le segnalazioni si sono moltiplicate. E i pronto soccorso raccomandano attenzione: “Niente fai-da-te, e se possibile, fotografate il rettile prima di scappare”. Auguri.
A completare il quadretto ci pensano le zanzare tigre, ormai più resistenti degli italiani al rientro in ufficio. Alcune regioni hanno già avviato piani straordinari di disinfestazione, ma l’impressione è che le zanzare stiano vincendo 3 a 0. Specie ora che, con l’umidità in aumento, basta un sottovaso o una grondaia ostruita per far nascere un’intera dinastia.
E dulcis in fundo, riecco lui: il famigerato ragno violino, silenzioso, piccolo, marroncino e terribilmente velenoso. I casi di morsi – per fortuna rari – si sono riaffacciati anche quest’estate, soprattutto in Emilia-Romagna, Lazio e sud della Lombardia. Le reazioni variano da piccole necrosi locali a infezioni più serie. L’unica prevenzione? Evitare di infilarsi nei letti d’altri. O negli scantinati polverosi.
In attesa che torni un po’ di respiro – o che almeno si inventino un repellente unico per tutto – i consigli restano quelli di sempre: scarpe chiuse nei boschi, niente tuffi impulsivi in mare, e attenzione alle tende lasciate aperte. Perché quest’anno, sotto l’ombrellone, più che la sabbia, pizzicano le bestie.