Cucina

L’orzo perlato, il cereale dimenticato che fa bene a cuore e intestino

Un tempo simbolo di alimentazione contadina, oggi l’orzo perlato è riscoperto come super-cereale “buono e sano”. Ecco perché inserirlo più spesso nella dieta – anche solo in piccole quantità – è una scelta vincente per il benessere quotidiano.

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    Negli ultimi anni, complice la ricerca di alimenti genuini e ricchi di proprietà nutrizionali, l’orzo perlato sta vivendo una piccola rinascita. Lontano dai riflettori di quinoa e farro, questo cereale antichissimo – coltivato da oltre 10.000 anni – si rivela un autentico concentrato di salute. Bastano una o due manciate nella minestra o in un’insalata per ottenere effetti benefici su intestino, metabolismo e sistema cardiovascolare.

    Ma che cosa lo rende così prezioso?
    L’orzo (Hordeum vulgare) è un cereale integrale dalle spiccate proprietà digestive e depurative. Contiene una buona quantità di beta-glucani, fibre solubili che formano una sorta di gel nell’intestino e rallentano l’assorbimento di zuccheri e grassi. Secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), un consumo quotidiano di almeno 3 grammi di beta-glucani può contribuire a ridurre il colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”, con effetti positivi sulla salute del cuore.

    Cos’è l’orzo perlato e come si differenzia

    L’orzo esiste in diverse forme. Quello perlato è sottoposto a una parziale raffinazione: il chicco viene “lucidato”, perdendo parte della crusca ma guadagnando in velocità di cottura. È quindi più pratico in cucina, pur mantenendo un buon contenuto di fibre e sali minerali come magnesio, potassio, ferro e zinco.
    Chi desidera il massimo valore nutrizionale può optare per l’orzo mondato, meno raffinato e più ricco di fibre, ma con tempi di cottura più lunghi.

    Benefici per la salute

    Le ricerche scientifiche confermano che l’orzo può avere un effetto protettivo contro alcune malattie croniche.

    • Cuore e colesterolo: come ricordato da Harvard T.H. Chan School of Public Health, le fibre dell’orzo aiutano a mantenere pulite le arterie e a ridurre il rischio di patologie cardiovascolari.
    • Glicemia sotto controllo: il basso indice glicemico lo rende indicato per chi soffre di diabete o deve tenere a bada gli zuccheri nel sangue.
    • Benessere intestinale: l’orzo favorisce la crescita di batteri “buoni” come i Bifidobatteri, migliorando la salute del microbiota e riducendo il gonfiore addominale.
    • Sazietà e controllo del peso: grazie alla sua densità nutrizionale e alla capacità di rallentare la digestione, aumenta il senso di pienezza e aiuta a limitare gli eccessi a tavola.

    Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition and Metabolism, il consumo regolare di orzo è associato a una riduzione del rischio di sindrome metabolica e obesità.

    Un alleato per tutte le stagioni

    Oltre ai benefici nutrizionali, l’orzo perlato conquista per la versatilità in cucina. Si cuoce in 25-30 minuti e si presta a mille ricette:

    • zuppe e minestre calde in inverno,
    • insalate fredde con verdure e legumi in estate,
    • alternative sane al riso nei risotti o nelle polpette vegetali.

    Un consiglio utile: non sciacquarlo troppo dopo la cottura, per non disperdere le mucillagini che favoriscono l’effetto lenitivo sull’apparato digerente.

    Perché basta una manciata

    Integrare l’orzo nella dieta non richiede stravolgimenti: una porzione di circa 60-70 grammi al giorno, anche solo aggiunta a minestre, zuppe o vellutate, fornisce fibre preziose e micronutrienti essenziali. È anche una buona alternativa a pasta e riso per variare l’alimentazione e migliorare l’equilibrio intestinale.

    L’orzo perlato è un alimento semplice, economico e sostenibile, ma dalle proprietà sorprendenti. In un’epoca in cui l’alimentazione sana sembra sinonimo di ingredienti esotici, questo antico cereale ci ricorda che il vero benessere può nascere da un gesto essenziale: aggiungere una manciata d’orzo nella nostra zuppa quotidiana.

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