Lifestyle

Palermo, studentessa si dichiara satanista: il prof la rimprovera, ma viene sospeso e i giudici confermano la sanzione

Una scuola superiore di Palermo al centro del caso: dopo il rimprovero a una studentessa che si era dichiarata satanista, il professore è stato sospeso per tre giorni. Il giudice del lavoro ha respinto il ricorso, definendo giusta la decisione della preside.

Published

on

    Una collana con la croce capovolta e un confronto finito in tribunale. È accaduto in una scuola superiore di Palermo, dove un professore è stato sospeso per tre giorni senza retribuzione dopo avere rimproverato una studentessa che si era dichiarata satanista.

    L’episodio risale al 2024, pochi giorni dopo la strage di Altavilla Milicia, quando un gruppo di fanatici sterminò una famiglia durante un rituale. In quell’atmosfera già segnata dalla paura e dalla tensione, la vicenda è esplosa in classe. La ragazza era entrata con al collo una collana raffigurante una croce capovolta. Alla domanda del docente sul significato, aveva risposto apertamente di essere una satanista.

    L’insegnante l’aveva invitata a nascondere il ciondolo sotto il maglione, spiegando: «Proprio come faccio io col mio crocifisso per non turbare la sensibilità degli studenti di altre religioni». Ma la studentessa aveva replicato rivendicando il proprio credo, chiedendo di affrontare l’argomento con una lezione e di togliere dalla classe il crocifisso appeso al muro.

    Lo scambio è degenerato ed è arrivato sul tavolo della preside. Secondo la dirigente scolastica, il comportamento del professore aveva leso la dignità della ragazza, violando il principio di riservatezza e mortificandola davanti a tutta la classe. Inoltre, l’insegnante avrebbe raccontato l’episodio a una collega esterna al consiglio di classe, madre di un altro studente, violando così i dati sensibili della minore.

    La sospensione disciplinare è stata impugnata dal professore, che già in passato aveva avuto contrasti con la preside al punto da chiedere il trasferimento. Il docente ha sostenuto di aver agito con finalità educative, trasformando l’episodio in un dibattito. Ma il giudice del lavoro ha respinto il ricorso, ritenendo infondate le sue tesi.

    Nella ricostruzione dei magistrati non si sarebbe trattato di un confronto, bensì di una lite. Secondo la sentenza, il professore avrebbe negato qualsiasi dignità filosofica o religiosa al credo della studentessa, arrivando ad accostarlo al massacro di Altavilla. Un paragone ritenuto «certamente offensivo e diffamatorio», capace di turbare profondamente la giovane.

    Il Tribunale ha sottolineato che il comportamento del docente era contrario ai doveri professionali e ai principi di laicità della scuola pubblica, che deve garantire agli studenti libertà di espressione religiosa. La decisione della preside è stata definita corretta e configurabile come grave negligenza disciplinare.

    Oltre alla sospensione, per il professore è arrivata anche la condanna a pagare 3.000 euro di spese processuali. Una vicenda che ha acceso il dibattito sul confine tra libertà educativa, rispetto delle convinzioni personali e doveri di chi insegna in un’aula pubblica.

      Ultime notizie

      Exit mobile version