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Solo sì è sì: via libera alla riforma sul consenso sessuale. Un voto storico in Commissione Giustizia

Approvato all’unanimità il mandato al relatore per modificare l’articolo 609-bis del Codice penale: al centro, il principio del libero consenso. Maggioranza e opposizione unite per una svolta culturale attesa da anni.

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    Una riforma che cambia prospettiva

    La Commissione Giustizia della Camera ha approvato all’unanimità il mandato al relatore per la proposta di legge che modifica l’articolo 609-bis del Codice penale, relativo alla violenza sessuale.
    La novità più significativa riguarda l’introduzione esplicita del principio del libero consenso: ogni atto sessuale privo di consenso verrà riconosciuto come stupro.

    Si tratta di una svolta attesa da anni nel dibattito giuridico e politico italiano, che allinea finalmente l’ordinamento nazionale agli standard internazionali fissati dalla Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013.

    “Solo sì è sì”: la svolta culturale

    L’approvazione ha suscitato consenso trasversale. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha espresso soddisfazione sui social, accompagnando il messaggio con una foto in cui stringe la mano alla premier Giorgia Meloni, simbolo di un raro momento di unità politica:

    “Senza consenso è sempre violenza. Solo sì è sì! In Commissione Giustizia abbiamo approvato una norma importantissima che introduce per la prima volta il principio del libero consenso. Finalmente si chiarisce che ogni atto sessuale senza consenso è stupro”.

    Schlein ha definito la riforma “una svolta culturale fondamentale nel contrasto alla violenza di genere” e un segnale di maturità politica: “Abbiamo dimostrato che su questo tema si può trovare un terreno comune tra maggioranza e opposizione per far fare un passo avanti al Paese”.

    Cosa cambia con la modifica dell’articolo 609-bis

    Il testo del nuovo articolo 609-bis non si limita a punire gli atti sessuali compiuti con violenza, minaccia o abuso, ma riconosce come reato ogni rapporto avvenuto senza un consenso esplicito e libero.
    In sostanza, non è più la presenza di forza fisica o coercizione a definire lo stupro, ma l’assenza di un “sì” chiaro e consapevole.

    Questo approccio recepisce il principio alla base delle riforme già adottate in diversi Paesi europei, come la Spagna, che nel 2022 ha introdotto la legge “Solo sí es sí”, e la Svezia, che dal 2018 riconosce la violenza sessuale anche in assenza di consenso espresso.

    Un principio riconosciuto anche dall’Europa

    Il principio del consenso libero e informato è al centro della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nota come Convenzione di Istanbul.
    L’articolo 36 del testo stabilisce che gli Stati firmatari devono assicurare che ogni atto sessuale compiuto senza consenso costituisca reato.

    Con questa modifica, l’Italia si adegua pienamente a tali disposizioni, colmando un vuoto normativo che in passato aveva generato interpretazioni controverse nei tribunali.

    Le reazioni politiche e sociali

    Anche dalle file della maggioranza sono arrivati commenti positivi. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro ha parlato di “un passo di civiltà che unisce il Paese”, mentre diverse associazioni femministe e centri antiviolenza hanno accolto con favore la notizia, sottolineando come la legge “metta finalmente al centro la volontà della persona”.

    Organizzazioni come Non una di meno e D.i.Re – Donne in rete contro la violenza hanno ricordato che “il riconoscimento del consenso è la base per cambiare la cultura dello stupro, ancora troppo legata al concetto di coercizione fisica e non di libertà personale”.

    Un messaggio che supera le differenze

    Il voto unanime della Commissione è stato letto come un segnale forte di unità in un contesto politico spesso polarizzato.
    La stretta di mano tra Meloni e Schlein, diventata virale sui social, ha rappresentato non solo un gesto di cortesia istituzionale, ma un simbolo di collaborazione su un tema che tocca i diritti fondamentali delle donne e delle persone.

    La proposta di legge approderà ora in Aula per il voto definitivo, ma l’accordo bipartisan lascia presagire un iter parlamentare rapido.

    Una legge che guarda al futuro

    Se approvata, la riforma segnerà un cambio di paradigma nel diritto penale italiano e nella percezione sociale del consenso.
    Il messaggio è chiaro: la libertà sessuale si fonda sul consenso, non sulla resistenza.

    Come ha sintetizzato una delle promotrici della legge, “questa non è solo una modifica del codice penale, ma un passo avanti nella coscienza collettiva del Paese”.

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