Spettacolo

Il fisco è bello (quando perde): Roberto Benigni vince in Cassazione contro l’Agenzia delle Entrate

La Suprema Corte annulla l’accertamento fiscale: non si trattava di una cessione d’azienda, ma di quote societarie. Una sentenza che segna un punto a favore dei contribuenti

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    Roberto Benigni ha vinto. Ma questa volta non è un premio cinematografico, né una standing ovation a Cannes. È la Cassazione che gli ha dato ragione, annullando un accertamento fiscale milionario e sconfessando l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate. Il caso ruota attorno a una vicenda societaria: la cessione del 100% delle quote della società Immobiliare Antoniniana S.r.l. acquistate, anni fa, da Benigni e dalla moglie Nicoletta Braschi.

    Per il Fisco, quell’operazione non era una semplice compravendita di quote societarie, ma una vera e propria cessione d’azienda, da tassare con l’imposta di registro in misura proporzionale. Un’interpretazione che, se confermata, avrebbe comportato una stangata fiscale per la coppia. Ma i giudici della Suprema Corte, con un’ordinanza depositata il 7 luglio, hanno ribaltato la situazione.

    Secondo la Cassazione, infatti, la cessione totalitaria delle quote di una società non equivale, giuridicamente, alla vendita dell’azienda. Le due operazioni seguono logiche diverse e sono regolate da norme distinte. Di conseguenza, l’imposta di registro si applica in misura fissa, non proporzionale. Un principio che, a detta dei giudici, è stato violato nel caso specifico.

    Il verdetto arriva al termine di un contenzioso durato anni. In primo e secondo grado, l’Agenzia delle Entrate aveva avuto la meglio. Solo in Cassazione la svolta: i giudici hanno deciso nel merito, cancellando l’intero avviso di accertamento. Nessuna imposta aggiuntiva, nessuna sanzione. Una vittoria piena per Benigni, e una lezione per l’amministrazione finanziaria.

    Il quadro normativo nel frattempo è cambiato. Due sentenze della Corte costituzionale (n.158/2020 e n.39/2021) e una modifica all’articolo 20 del Testo unico dell’imposta di registro hanno chiarito che la tassazione va applicata in base alla forma giuridica dell’atto, senza interpretazioni ulteriori da parte del Fisco.

    Per Roberto Benigni, che da sempre gioca con le parole e le regole, è una conferma importante: quando la legge è chiara, anche il fisco può sbagliare. E allora sì, per una volta, il fisco può anche essere… bello.

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