Musica

Renga superstar a Bergamo: 40 anni di carriera, l’amore mutato per Ambra e la figlia Jolanda diventata paladina del Pride

Francesco Renga torna sul palco per celebrare quattro decenni di musica e i vent’anni di “Angelo”. Ma a emozionarlo davvero oggi è Jolanda: «Difende i fragili e i più deboli, è un miracolo». E su Ambra: «Ora ci vogliamo più bene di prima»

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    Sabato 5 luglio, al Lazzaretto di Bergamo, Francesco Renga festeggia quarant’anni di musica e venti di “Angelo”, la canzone dedicata alla figlia Jolanda che lo consacrò a Sanremo nel 2005. Sul palco, promette, porterà una scaletta piena di ricordi: «Sarà un concerto affascinante, pieno di emozioni», dice al Corriere della Sera. «Ripercorrerò tutte le tappe, da “Affogo, baby” a oggi. Sarà come sfogliare insieme l’album di una vita».

    Renga oggi è padre di due ragazzi: Jolanda, 21 anni, e Leonardo, 19. E si ritrova a fare i conti con la stessa incertezza che aveva vissuto da ragazzo, quando suo padre – maresciallo della Guardia di Finanza – voleva mandarlo all’Accademia. «Gli dovetti dire che non era la mia strada. Mamma era appena morta», ricorda. Oggi, tocca a lui accompagnare Leonardo nelle scelte post-diploma. Bocconi inclusa. «Vedremo», sorride, «io non ho mai avuto un piano B».

    La vera sorpresa, però, è Jolanda. A Milano, durante il Pride, ha letto con commozione una poesia di Haidar Al Ghazali. «Mi ha mandato il discorso venti volte, era emozionata. Ma ha una qualità rara: sa difendere i fragili, chi soffre, chi ha paura. È qualcosa che ci sfugge, un miracolo».

    E Ambra? La loro storia è finita da tempo, ma il legame resiste. «Il nostro rapporto oggi è molto più bello di quando stavamo lasciandoci. Ci sentiamo ogni giorno», dice. Una foto recente, pubblicata da Ambra, li ritrae mentre baciano insieme Jolanda. La sintesi perfetta di un amore che cambia pelle ma non si dissolve. «Se è vero amore, continua, anche se muta».

    Infine, un pensiero alle nuove generazioni musicali: «Olly mi piace molto, anche Blanco scrive pezzi bellissimi. Non potrei mai criticare i giovani: significherebbe diventare il vecchio». Ma con quarant’anni di carriera sulle spalle e la voce ancora calda, di “vecchio” Francesco Renga non ha proprio nulla.

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