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Seul porta il K-pop al governo: J.Y. Park nominato alla guida del nuovo comitato culturale

L’obiettivo è rafforzare l’Hallyu come motore del soft power sudcoreano. La nomina di Park, fondatore della JYP Entertainment, segna un passo simbolico e strategico: la musica diventa diplomazia culturale.

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    Una popstar al governo. Non è un K-drama, ma la nuova mossa del presidente sudcoreano Lee Jae Myung, che ha scelto J.Y. Park, icona e produttore musicale, per guidare la Commissione presidenziale per lo scambio culturale popolare. Un incarico che equivale a quello di un ministro, a conferma del peso che il K-pop ha ormai assunto come strumento di politica estera e come settore chiave dell’economia nazionale.

    Il K-pop non è più solo intrattenimento: è l’anima dell’Hallyu, l’onda sudcoreana che include musica, cinema, serie tv, prodotti beauty e fashion. Un fenomeno globale che trascina miliardi di dollari e che Seul intende consolidare per diventare una delle cinque principali potenze culturali del mondo. «Apriremo l’era dei 300 trilioni di won nel mercato culturale coreano e porteremo le esportazioni culturali a 50 trilioni» ha dichiarato Lee.

    La scelta di Park non sorprende. Artista di successo negli anni ’90, ha fondato la JYP Entertainment nel 1997, dando vita a gruppi che hanno fatto la storia come le Wonder Girls, primo ensemble sudcoreano a entrare nella Billboard Hot 100. Considerato un pioniere del dialogo con il mercato statunitense, è stato definito dallo staff presidenziale “un simbolo della globalizzazione del K-pop”.

    Il contesto è favorevole: Rosé delle Blackpink ha vinto agli MTV Video Music Awards 2025, la serie K-pop Demon Hunters ha superato Squid Game su Netflix e la sua colonna sonora ha scalato la Billboard Hot 100. Intanto i fan viaggiano in Corea per vivere da vicino i luoghi dei videoclip, trasformando il Paese in una meta di pellegrinaggio pop.

    Park, in un messaggio social, ha confessato di aver esitato: «Il pensiero di un incarico governativo era un peso enorme. Ma il K-pop sta vivendo un momento speciale e ho sentito che fosse essenziale accettare. Il mio sogno resta che sia amato in tutto il mondo».

    Con lui, la Corea del Sud lega definitivamente la sua immagine internazionale alla musica: un Paese che fa del pop un’arma diplomatica, trasformando il beat in soft power.

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