Personaggi e interviste
Clizia Incorvaia: “Non aspettate uno schiaffo per dire basta. Le botte sono solo il tragico finale”
L’ex concorrente del Grande Fratello Vip firma un monologo potente a “Le Iene”: «La violenza comincia da una frase, da un silenzio. E finisce con la distruzione di sé». Un messaggio chiaro a tutte le donne.
Non fa nomi, ma Clizia Incorvaia ha deciso di parlare. E lo fa dal palco de Le Iene, in prima serata, con un monologo che è un pugno allo stomaco e una carezza per chi ancora non trova la forza di dire basta. «La violenza non inizia con uno schiaffo. Inizia molto prima, con una frase velenosa, con un silenzio imposto, con una voce che si spezza ogni volta che provi a spiegarti». Parole forti, che risuonano nelle case di chi guarda e si riconosce.
La sua storia personale è nota: la separazione nel 2019 dal cantante Francesco Sarcina, padre della sua primogenita Nina, e poi la rinascita accanto a Paolo Ciavarro, con cui si è sposata nel 2024 e da cui ha avuto il piccolo Gabriele. Ma nel suo discorso non ci sono nomi, né accuse dirette. Solo la verità cruda di chi ha attraversato il dolore.
«Ci saranno uomini che ti diranno: “Sei perfetta” e poco dopo ti sminuiranno, ti faranno sentire sbagliata, inutile. Ti faranno credere che l’amore sia questo: montagne russe di gioia e paura, colpa e bisogno». È una fotografia impietosa di certe relazioni tossiche, in cui la donna viene ingabbiata, annullata, trasformata in una versione spenta di sé stessa.
E poi c’è il passo successivo, quello che molte non riescono a compiere: denunciare. «Le nasconderai a chi ti vuole bene, minimizzerai tutto. Anche quando ti diranno di scappare, tu resterai. Perché la vergogna e la paura sono più forti della ragione. E le scuse, quelle dolci, dopo le minacce, sembreranno carezze. Ma non lo sono».
Il suo appello è diretto, acceso, rabbioso nella sua compostezza: «Non aspettate lo schiaffo. Basta con i “ma mi ama”. Basta sopportare relazioni che svuotano. Le botte sono solo il finale tragico. Prima ci sono l’isolamento, il controllo, la degradazione. Serve coraggio, sì. Ma serve anche educare al rispetto. Perché l’amore, quello vero, non toglie: dà. Non distrugge: protegge. E non costringe mai a sacrificare i propri sogni».
Una testimonianza intensa, che risveglia coscienze. E una verità che non si può più ignorare.