Personaggi e interviste

Luca Argentero, il segreto della felicità: «Ho smesso di fumare per i miei figli, non cerco l’ego»

In un incontro al Festival ON AIR a Palermo, Luca Argentero si racconta: niente regia, niente “Belve” e un futuro dedicato alla famiglia e al teatro. «Ho smesso di fumare per occuparmi dei miei figli. Oggi vivo una felicità cristallina, non ho più bisogno di popolarità o di rincorrere l’ego.»

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    Luca Argentero, 47 anni e un sorriso rassicurante, è stato protagonista dell’ultima edizione di ON AIR, il Festival di serie TV e cinema a Palermo, dove ha svelato un ritratto personale lontano dalle luci dello showbiz. «In questo periodo vivo un momento di felicità cristallina – ha detto –. Ho una moglie meravigliosa, due bambini fantastici e un lavoro che amo. È davvero un periodo bellissimo.»

    Un uomo che sembra aver trovato un equilibrio solido, fatto di amore e progetti a misura di persona. «Da ragazzino non sapevo dove sarei arrivato, ma sapevo di certo che non volevo una vita monotona. Vedevo già allora l’ufficio come una gabbia. Per questo ho scelto il mestiere più lontano da qualsiasi idea di stabilità e routine», racconta. E l’attore aggiunge che la regia non lo tenta affatto: «Non è la mia vocazione. Preferisco restare un attore e affrontare ogni nuovo ruolo come una piccola avventura, un’occasione per mettermi alla prova».

    Argentero ha confessato anche di non voler mai partecipare a “Belve”, il talk di Francesca Fagnani: «Non andrei mai in un posto dove cercano di metterti in difficoltà per definizione. Se non ho mai raccontato le mie “belvate” in 47 anni, non credo di iniziare ora». Più che la competizione, l’attore si definisce un uomo empatico, uno che ha sempre avuto a cuore il benessere delle persone accanto a sé. «Mi viene riconosciuto spesso, e mi fa piacere. È una cosa che sento come mia da sempre».

    Un altro aspetto importante nella sua vita riguarda la famiglia e la salute. «Ho smesso di fumare perché voglio restare il più a lungo possibile con i miei figli. È un gesto di protezione verso me stesso e verso di loro». La vulnerabilità che ammette di sentire oggi non è debolezza, ma una nuova consapevolezza. «Con i figli ti cambia tutto: scopri nuove paure, nuovi bisogni. Ho capito che bisogna proteggersi per proteggere chi ami».

    Eppure, anche con vent’anni di carriera alle spalle – che festeggerà proprio nel 2025 – l’attore torinese non si sente mai arrivato. «Non c’è un limite o un punto di arrivo: questo mestiere è un gioco infinito. Certo, trovare stimoli nuovi è sempre più difficile, ma quando arrivano progetti che ti riaccendono la passione, tutto riprende vita».

    Un augurio, infine, per il futuro del teatro e della cultura. «Vorrei che il teatro fosse sempre più presente nelle scuole, perché la società sarebbe migliore se tutti facessimo l’esercizio di metterci nei panni degli altri. Recitare è un allenamento alla vita».

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