Martina Colombari confessa a sorpresa: «Ero convinta di essere in menopausa, invece mi è tornato il ciclo»

Una vita da ex Miss Italia, un matrimonio da copertina, un figlio modello. Eppure, dietro l’immagine levigata e un po’ inarrivabile, Martina Colombari ha deciso di mostrare le crepe. Lo ha fatto a La Volta Buona da Caterina Balivo, il giorno dopo il suo debutto a Ballando con le stelle, dove la giuria l’ha bollata come “rigida” e “poco emotiva”.

«Non è scesa un personaggio su quella pista, sono scesa io», ha ribattuto lei, sottolineando come la corazza che tutti le imputano non sia una posa, ma il frutto di anni di sfide. «La vita mi ha portata a strutturarmi tanto, non solo per la vittoria precoce a Miss Italia, ma per la famiglia e per mio figlio. Se non fossi stata così corazzata, non sarei riuscita a reggere tutto quello che è successo. Non mi è concesso essere leggera e vulnerabile».

Parole che hanno spiazzato il pubblico, ma non quanto la confessione arrivata poco dopo. Davanti a una Balivo a occhi sgranati, Colombari ha raccontato: «Ero convinta di essere in menopausa, invece mi è tornato il ciclo». Una rivelazione personale, quasi sussurrata, che la stessa attrice e conduttrice ha attribuito all’impatto emotivo della prima serata sul palco di Milly Carlucci. «Questa forte emozione mi ha sbloccata. Sicuramente Ballando è terapeutico».

Una frase che da sola spiega quanto, dietro la perfezione apparente, ci sia il bisogno di lasciarsi andare. Perché Colombari, che di mestiere ha sempre lavorato con il corpo, non ha problemi ad ammettere le proprie insicurezze: «Non mi sento per niente sexy».

Così l’ex Miss Italia, considerata un’icona di eleganza e bellezza da trent’anni, ha ribaltato le aspettative mostrando una fragilità tutta nuova. Meno statue di marmo e più carne e ossa, con emozioni che prendono il sopravvento anche sui ritmi serrati delle prove di danza.

E se i giudici di Ballando sembrano non averle perdonato la rigidità, questa volta è stata lei a sorprendere tutti, portando in tv un racconto personale che poco ha a che fare con la gara. Un modo per dire che dietro la perfezione patinata c’è ancora spazio per la vulnerabilità. E forse proprio da lì, paradossalmente, passa la sua vera sfida sul palco.