Televisione
Il popolo del Grande Fratello in rivolta: “Ridateci i limoni, gli slip fluo e il trash! Questo GF è un funerale televisivo”
Da nostalgici dei “lesbodrammi” a chi rimpiange le docce bollenti, l’Italia del GF si ribella. “Era leggerezza, non psicologia da discount!”. La nuova edizione di Simona Ventura divide e delude: “Il trash è la sua anima, senza è solo un salotto triste”.
C’è un’Italia che protesta non per le tasse o i treni in ritardo, ma per la scomparsa del trash dal Grande Fratello. È quella dei fan storici, i “malati di diretta”, che da vent’anni vivono a pane e nomination. Stavolta però la pazienza è finita: “Una uallera allucinante!”, “Ridateci la Ceciu con Moser nell’armadio!”, “Vogliamo i limoni veri, non le sedute dallo psicologo!”. Il coro si ripete in rete, un tam tam di nostalgia e sarcasmo contro il nuovo corso “perbene” del reality.
Da quando Pier Silvio Berlusconi ha imposto il codice morale, vietando volgarità, parolacce e slip attillati, il pubblico si sente derubato della propria colpa felice. “Ci avete tolto il divertimento – scrivono – non si può più neanche un bidet in vasca!”. L’indignazione sfiora il grottesco: “GF sei oscurantista!”, “Pier Silvio, il trash è cultura pop!”.
Sui forum del reality e nelle chat di Telegram il tono è lo stesso: rabbia, delusione e voglia di tornare indietro. “Non capiscono che il GF è leggerezza più caos, non un programma di psicoterapia”, protesta un’utente storica. “Chi segue il GF non vuole piangere, vuole spiare, ridere, giudicare!”. Il problema, dicono, è che ora non succede niente. “Nessuno litiga, nessuno provoca, nessuno bacia”.
Nemmeno Simona Ventura convince. “Lontani i tempi dell’Isola – scrivono – oggi una D’Urso la mangia a colazione”. La nostalgia corre anche per i protagonisti di ieri: “Rivogliamo il pacco di Sozio, la Fiordelisi smutandata, i personaggi veri”.
E tra un commento e l’altro arriva la sentenza che riassume tutto: “Il GF o è trash o non è niente”. Perché nel nuovo corso “puro” e senza scandali, ai telespettatori è rimasta solo una certezza: la noia non si censura, ma uccide l’audience.