Televisione

L’Isola dei Famosi 2025: perché tutti si ritirano? Le penali (quasi sparite) e la nuova regola non scritta

Da Angelo Famao a Carly Tommasini, l’ultima a dire addio, la nuova edizione del reality è segnata dai ritiri. Una vera e propria fuga di massa. Ma che fine hanno fatto le penali salate di un tempo?

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    La nuova edizione de L’Isola dei Famosi 2025 rischia di passare alla storia più per chi se ne va che per chi resiste. In poche settimane, ben sette concorrenti hanno abbandonato il reality show, creando un effetto domino che ha sorpreso il pubblico e alimentato un dibattito tra esperti e appassionati di tv.

    A salutare le spiagge dell’Honduras sono stati, uno dopo l’altro: Angelo Famao, Leonardo Bruni, Nunzio Stancampiano, Spadino, Camila Giorgi, Antonella Mosetti e, per ultima, Carly Tommasini. Quest’ultima, solo ieri, ha detto addio ai compagni di gioco, congedandosi con un “non ce la faccio più” che in molti hanno letto come l’ennesimo sintomo di una stagione sempre più in affanno.

    Ma cosa sta succedendo davvero all’Isola? E soprattutto: perché abbandonare oggi sembra così facile rispetto al passato?

    Lo ha spiegato, tra gli altri, Alex Belli, ex concorrente della quindicesima edizione, in un’intervista a Studio 100. “Quando io ho partecipato dieci anni fa – ha ricordato – c’era una penale del ritiro altissima. Ti passava la voglia anche solo di pensare di mollare”. Secondo l’attore, si trattava di cifre da capogiro: “Si parlava di penali da 100.000 euro, una cifra che ti faceva tremare solo all’idea”. Era una regola non scritta, ma inflessibile: chi lasciava il gioco prima del tempo doveva mettere mano al portafoglio.

    “Se mollavi – ha continuato Belli – arrivava Banijay a chiederti i 100.000 euro. Io stesso, dopo una o due settimane, ci ho pensato. Ma poi ti dicevi: ‘Sapete cosa c’è? Resto qui e basta’. Era un deterrente che funzionava, eccome”.

    Oggi, però, sembra che la musica sia cambiata. Le cifre delle penali non sono più quelle di un tempo, o comunque vengono gestite in modo più elastico. I produttori preferiscono evitare pubblicità negativa e sanno che in un reality la spettacolarità viene anche dai momenti di rottura, come un ritiro. Per questo, secondo alcune indiscrezioni, le penali si sarebbero ridotte o addirittura “negoziate” caso per caso, rendendo più semplice la fuga a chi non ce la fa più a reggere la fame, la fatica o lo stress.

    Una linea più morbida che, paradossalmente, ha tolto parte della tensione e della drammaticità che un tempo accompagnava ogni tentativo di abbandono. Oggi i concorrenti sembrano più “liberi” di ritirarsi senza temere ripercussioni economiche pesanti. Ma questa nuova libertà ha anche conseguenze: l’Isola perde la sua aura di sfida estrema, e il pubblico – abituato a vedere i concorrenti lottare fino all’ultimo – si trova davanti a un reality che assomiglia sempre più a una vacanza a termine.

    Intanto, da Mediaset non arrivano conferme ufficiali sull’entità delle penali. “Questione contrattuale, non possiamo parlarne”, è la risposta standard. Ma fonti vicine alla produzione ammettono che “le cifre di una volta sono solo un ricordo”. Anche perché – lo dicono in molti – la vera sfida di questi programmi non è più far restare i concorrenti a tutti i costi, ma trovare nuovi modi per tenere alta l’attenzione del pubblico.

    Resta il fatto che sette ritiri in poche settimane sono un segnale inequivocabile: l’Isola non è più la stessa. La giungla dell’Honduras resta ostile, ma l’idea stessa di “resistenza” si sta lentamente sgretolando. E se il passato era fatto di penali-capestro e drammi da romanzo d’avventura, il presente sembra più vicino alla noia e al disincanto di chi, semplicemente, non ha più voglia di giocare.

    Una cosa però è certa: tra vecchie regole e nuove fughe, la vera sfida ora è tutta per chi resta.

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