Televisione
Veronica Gentili su Simona Ventura: “Fa il poliziotto cattivo, ma tra noi c’è stima”
La coppia Gentili-Ventura sembra promettere bene: diversa ma complementare, con l’esperienza da una parte e la freschezza dall’altra. Un equilibrio che, almeno per ora, funziona.
Dai talk show politici del prime time alle sfide dell’infotainment puro, fino all’imprevedibilità della diretta: Veronica Gentili è la nuova scommessa di Mediaset, e per ora pare stia vincendo. Dopo aver debuttato a Le Iene e aver lasciato il segno nei talk di Rete4, la giornalista e conduttrice romana è ora al timone della nuova edizione de L’Isola dei Famosi, il reality più estremo della tv italiana.
Intervistata dal settimanale Oggi, Veronica ha raccontato le emozioni e le difficoltà di questa nuova avventura, senza risparmiare un commento sul clima dietro le quinte e, soprattutto, sul rapporto con Simona Ventura, oggi opinionista fissa del programma ma per anni volto simbolo del reality.
«Simona è il poliziotto cattivo – ha scherzato Gentili – dice sempre quello che pensa, anche quando può sembrare troppo duro. Ma ha un intuito televisivo formidabile. E io le voglio bene». Nessuna rivalità dunque, ma una complicità costruita su ruoli diversi e ben definiti, che stanno aiutando la trasmissione a trovare un nuovo equilibrio. “Io sono la padrona di casa, ma Simona ha fatto la storia dell’Isola. È un onore averla accanto”.
Non è un mistero che la Ventura abbia lasciato un segno profondo nel format, avendolo condotto per ben otto edizioni e contribuendo a trasformarlo in uno dei capisaldi della televisione generalista. Tornata oggi in veste di opinionista, mantiene il suo stile diretto, spesso tagliente, ma sempre autentico: “Non ha filtri, e per me è una fortuna. Se una cosa non funziona, Simona è la prima a dirtelo”.
Gentili, invece, sta cercando la sua cifra personale in un contesto molto diverso da quelli affrontati in passato. “Il ritmo, i meccanismi, i toni: è tutto nuovo per me. Ma anche per questo mi diverte: è una sfida continua, e io amo mettermi in discussione”.
Il risultato? Un’edizione dell’Isola che sta cercando un’identità più moderna e ritmata, in cui la narrazione non ruota più solo attorno ai naufraghi, ma si nutre anche delle dinamiche tra studio e Honduras, tra conduzione e opinioni, tra passato e presente.