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Fischi per Israele: quello che in tv non hanno fatto vedere

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    Sembrava tutto normale, ma non lo era. Durante la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025, l’esibizione della cantante israeliana Yuval Raphael è stata accolta non da applausi, bensì da fischi, cori “Free Palestine” e versi che esprimevano dissenso. Il pubblico presente ha reagito con forza alla partecipazione di Israele, ma a casa non si è sentito nulla. Perché? La regia ha coperto tutto con applausi registrati.

    Sui social, però, la realtà è venuta a galla. Decine di video mostrano chiaramente le proteste pro Gaza, bandiere palestinesi sventolate sotto il palco e una ragazza che urla: “Palestina libera!”. Le telecamere ufficiali? Inquadrature prudenti, come se tutto filasse liscio. Ma le clip amatoriali raccontano un altro Eurovision. Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco del 7 ottobre, ha cantato mentre la sala si spaccava tra musica e politica. Una situazione esplosiva, ben oltre le note.

    Intanto online il dibattito non si placa: “Hanno aggiunto applausi finti”, scrivono in tanti. E l’Eurovision si ritrova di nuovo a fare da palcoscenico – in tutti i sensi – a tensioni globali che nemmeno le luci stroboscopiche riescono più a nascondere.

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