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Tamberi a Cannes: al photocall ha saltato la fila. Letteralmente.
Non bastava più saltare oltre i 2 metri e 30. Il campione olimpico Gianmarco Tamberi si è presentato al Festival di Cannes tirato a lucido come una statuetta, con lo sguardo da “so che non c’entro niente, ma lo faccio con stile”. Le cronache mondane parlano di un Tamberi sorridente, in smoking Armani, che ha sfilato con sua moglie in dolce attesa comr se dovesse presentare il suo nuovo film: “Missione: Asticella Impossibile”. Il titolo è inventato, ma l’imbarazzo generale era reale. Nessuno ha osato chiedergli direttamente: “Scusa, ma che film hai fatto?”
Ciak, si salta!
Forse era un omaggio ai grandi salti narrativi del cinema d’autore. Quel che è certo è che Tamberi è riuscito a fare ciò che neanche Scorsese: farsi notare senza girare nulla. Uno steward ha chiesto: “Lei ha il pass?” E lui: “Ho un oro olimpico e un personale di 2.39.”
Il buttafuori ha risposto: “Perfetto, può scavalcare direttamente il cancello.”
Interpretazione da Oscar… per la faccia tosta
A suo modo, è stato un atto performativo. Tamberi interpreta il ruolo di sé stesso in un universo dove lo sport si fonde con il glamour, il salto in alto diventa arte contemporanea, e la domanda “perché?” non ha mai una risposta. C’è chi dice che volesse attirare l’attenzione sulla bellezza dell’atletica. C’è chi sostiene che si sia semplicemente perso cercando un bar in Croisette. Una cosa è sicura: ha rubato la scena. Non per un ruolo, ma per il fatto che nessuno si aspettava di vederlo lì. Un po’ come trovare Bolt al Festival di Sanremo, o Djokovic che lancia coriandoli al Carnevale di Viareggio. Qualcuno ha ipotizzato che fosse lì come ospite di un brand, altri ancora che semplicemente… voleva vedere se riusciva a entrare. E indovinate? Ci è riuscito. D’altronde, se salti 2.39, il cordone della sicurezza è solo una formalità.