Lifestyle
Ma ti se se propri un maranza…Cioè? I nuovi termini dello Zingarelli 2025
Negli anni ’80 del Novecento, maranza indicava un giovane delle periferie urbane del milanese dai gusti e comportamenti rozzi e volgari, che si muoveva per lo più in gruppo.

Lo Zingarelli 2025 si arricchisce di nuovi termini. Non può fare atro: riflettere le tendenze del linguaggio giovane e delle trasformazioni culturali. Tra i neologismi più significativi troviamo parole come overtourism, bubble tea, gieffino e maranza. Ciascuno di essi rappresenta fenomeni sociali emergenti e una nuova consapevolezza linguistica.
Neologismi e inclusività linguistica
L’attenzione verso un linguaggio più inclusivo è evidente. Zanichelli introduce termini come neurodivergenza, che indica una condizione neurologica differente dalle espressioni più comuni, promuovendo una maggiore comprensione delle diversità tra le persone.
Overtourism e Shrinkflation
Tra i temi caldi, overtourism descrive il sovraffollamento turistico che affligge molte località famose, creando problemi di sostenibilità. Un altro fenomeno di rilevanza economica è la shrinkflation o sgrammatura, ossia la riduzione del contenuto di una confezione senza abbassarne il prezzo, una pratica che molti consumatori hanno notato soprattutto durante l’estate.
Dal bubble tea agli alimenti ultraprocessati
Dal lato gastronomico, la popolarità del bubble tea, bevanda taiwanese a base di tè e perline di tapioca, continua a crescere, ma viene accompagnata da un richiamo alla moderazione sugli alimenti ultraprocessati, alimenti che contengono numerosi additivi e conservanti.
Tra le pagine del dizionario anche nuove tendenze e passatempi
Nel campo dell’intrattenimento, l’esperienza dell’escape room si conferma come un passatempo sempre più amato, dove i partecipanti devono risolvere enigmi in un tempo limitato. Al contrario, attenzione al fenomeno del catfishing, una truffa online in cui una persona si finge qualcun altro per ingannare o frodare.
Gieffino, hype e il milanesissimo maranza
Nel panorama televisivo e dei social media, il termine gieffino continua a designare i partecipanti del Grande Fratello. Personaggi che spesso diventano figure seguite da milioni di persone. Allo stesso tempo, l‘hype descrive l’entusiasmo eccessivo creato intorno a un prodotto, come un film o una serie tv, spesso tramite strategie di marketing virali. Infine, il termine maranza, un tempo usato per descrivere giovani di periferia con comportamenti rozzi, è tornato in auge per indicare persone vestite in modo appariscente o che creano disturbo in gruppo.
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Tendenze
“Scambio casa per l’estate, ma non mi freghi”: le nuove furberie dell’ospitalità tra privati
Dalla casa promessa “con vista mare” che affaccia sulla tangenziale, ai frigoriferi svuotati con malizia: benvenuti nel Far West delle vacanze scambiate.

Una volta ci si scambiava figurine, oggi ci si scambia case. Ma a quanto pare, anche in questo caso, la fregatura è dietro l’angolo. L’idea dello home exchange sembrava perfetta: io vengo da te, tu vai da me, e nessuno paga nulla se non condivisione, fiducia e spirito da villeggianti evoluti. Peccato che nel 2025, complice l’inflazione e l’arte tutta italiana di “aggiustarsi”, stiano venendo a galla le furbizie dell’estate.
«Dicevano che la loro casa era a 200 metri dalla spiaggia», racconta Claudia, 44 anni, da Bologna. «Era vero. Peccato che in mezzo ci fosse un’autostrada. Con i camion. Giorno e notte».
I gruppi Facebook pullulano di denunce velate. C’è chi giura di aver trovato la cassaforte svuotata (“ci hanno preso pure i Lego”), chi giura di aver lasciato uno Château Margaux del ’96 e aver ritrovato in frigo una Peroni calda, chi sostiene di essere stato derubato… della propria Playstation. E chi, più semplicemente, ha ricevuto in “prestito” un appartamento con due gatti vendicativi e un bagno senza sciacquone.
Ma non è solo questione di truffe. È la sottile arte del “non detto”. Il divano letto scomodissimo che «in foto sembrava grande», il letto matrimoniale che si divide in due, le lenzuola IKEA versione 2010 e l’odore persistente di cipolla in cucina.
«L’idea dello scambio resta bellissima», dice ironica Giulia, 38 anni, che ha appena litigato col suo “ospite francese” perché ha usato la sua crema contorno occhi da 90 euro come doposole. «Ma bisogna fare come su Tinder: non credere a tutto quello che vedi in foto».
E così, anche l’ultima frontiera dell’ospitalità rischia di diventare il solito gioco a chi è più furbo. Con una regola nuova e non scritta:
“Scambio casa, sì. Ma ti tengo d’occhio con la telecamera nascosta nel vaso di felce”.
Lifestyle
Il fenomeno del “bagno muto”: spiagge dove non si può parlare
Altro che baby dance e racchettoni. Sulle spiagge del silenzio, se dici anche solo “ciao”, ti guardano come se avessi bestemmiato.

La sabbia è fine, il mare calmo. Ma il vero miracolo è che non si sente volare una mosca. Niente bimbi che urlano “mammaaaa”, niente risposte in caps lock dei papà esasperati, niente ruspe da spiaggia, venditori di cocco o radio che sparano Jovanotti. È il paradiso? No, è il nuovo “bagno muto”, una delle tendenze balneari più radical chic dell’estate 2025.
L’idea è semplice: spiagge dove è vietato parlare ad alta voce. Una specie di asilo zen per adulti stressati che non vogliono sentire neppure la propria voce. Vietati cellulari, giochi, altoparlanti, urletti, sghignazzi e persino le chiacchiere da ombrellone. Se vuoi dir qualcosa, sussurra. O meglio, non dirla.
A lanciare la moda, una manciata di lidi tra Toscana e Puglia. Poi il trend è esploso: i “bagni silenziosi” sono arrivati in Liguria, in Sicilia e perfino sul lago di Como. Unico rumore ammesso: il fruscio del vento e le onde che accarezzano gli scogli. Una specie di Spotify naturale, versione premium.
«Ho scoperto il silenzio, e non torno più indietro», dice Serena, 36 anni, manager milanese che ha fatto voto di mutismo per l’intera settimana. «Non ho neanche litigato con mio marito. Un miracolo».
Ma non tutti sono d’accordo: «A me ‘sta moda pare una roba da setta», mugugna Gigi, bagnante romagnolo. «Io vado al mare per vivere, non per fare il pesce muto».
E in effetti, i bagni del silenzio non sono per tutti. Niente discussioni, niente selfie gridati, niente “Metti l’asciugamano lì!” urlato con la vena sul collo. Una giornata intera così, per alcuni, è un incubo.
Ma per altri è quasi un’esperienza mistica. “Finalmente ho ascoltato i miei pensieri”, ha scritto qualcuno su Instagram (rigorosamente in silenzio).
Certo, il rischio che si prenda troppo sul serio c’è. Ma se il bagno muto serve almeno a liberarci da una giornata di vociare, forse ben venga.
A patto di non portarsi dietro i figli. Perché convincere un bambino a non parlare al mare… quello sì che è davvero fantascienza.
Società
Perché i nonni salvano l’estate (anche quando non ne hanno voglia)
Altro che bonus baby sitter: il vero welfare familiare si chiama nonna. O nonno. Che magari sognava di starsene in montagna con la Settimana Enigmistica, e invece è finito in spiaggia con tre nipoti urlanti e la sabbia ovunque

Bambini da gestire, lavoro da finire, vacanze da incastrare: a un certo punto mamma e papà alzano le mani e telefonano ai rinforzi. Che arrivano puntuali, anche se un po’ rassegnati.
Senza proclami, senza superpoteri. Ma armati di pazienza, panini, cerotti e crema solare.
Il problema è che, nel frattempo, anche i nonni sono cambiati. Non tutti vivono per i ferri da maglia o per la minestra riscaldata. Ci sono nonne influencer con il profilo Instagram e nonni che fanno yoga e vanno a ballare il liscio in camper. Persone che vorrebbero godersi la pensione e invece si ritrovano a rifare le stesse cose di vent’anni prima. Solo con meno sonno.
«Lo facciamo per amore», dicono con un sorriso tirato. Ma dentro pensano: “basta, l’anno prossimo ci chiudiamo in un eremo”.
Eppure ci sono. Sempre. A preparare la merenda. A sorvegliare bagni e gavettoni. A raccontare la favola. A dire “no” quando i genitori non ce la fanno più a dire neppure quello. A tenere tutto in piedi mentre il mondo – e i figli – corrono.
E lo fanno anche se a volte si lamentano. Anche se hanno la schiena a pezzi. Anche se in fondo speravano in un’estate diversa.
Perché la verità è che, senza di loro, l’estate sarebbe una disfatta.
I nonni sono l’unico motivo per cui molte famiglie riescono ancora ad andare in vacanza. Sono l’asilo estivo gratuito. Il supporto emotivo. Il pilastro.
E forse lo sanno anche loro. Che non è più il tempo in cui si gode del tempo, ma quello in cui si regala. E che in cambio ricevono la cosa più bella: una testolina appoggiata sulla spalla, un bacio con il gelato in faccia, una risata che sa di felicità.
E allora sì, alla fine, anche quest’anno ce la faranno.
Magari borbottando. Ma con il cuore pieno.
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