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    Altro che duro lavoro di sorveglianza… Il quotidiano dei poliziotti italiani di stanza in Albania a Shengjin, dove è stato allestito uno dei due centri (l’altro si trova a Gjader) destinati a ospitare i migranti che arrivano in Italia è una vera e propria pacchia. Piscina, gite fuori porta a Durazzo, Scutari e Tirana, trattamenti spa e la sera tutti in discoteca, mentre i centri rimangono vuoti. Dato che i giudici del tribunale dei Roma hanno bloccato l’operazione, per ben due volte, non essendo consentita dalle norme europee. E come se non bastasse… tutto pagato dai contribuenti italiani e dall’Europa.

    La nostra video-intervista

    Abbiamo raggiunto in videochiamata il giornalista Taulant Kopliku, della trasmissione di Syri TV “Piranjat” – equivalente albanese del nostro Le Iene – che, attraverso un servizio realizzato di recente, ha smascherato lo scandalo dei centri fortemente voluti dal governo Meloni.

    Praticamente… una vacanza fuori stagione

    Ad una bella ragazza, usata come esca, un agente ignaro dichiara: «In questo hotel ci sono finanzieri, poliziotti, carabinieri. Per noi è tutto gratis, paga l’Italia insieme all’Europa». Poi la invita ad utilizzare la sauna, ad esclusivo utilizzo delle nostre forze dell’ordine.

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    Piranjat non intende fermarsi

    Troppi giornalisti si recavano presso l’hotel Rafaelo a fare domande e la struttura ha pensato bene di chiudere l’accesso a tutti per evitare problemi. A questo punto l’idea della redazione della trasmissione Piranjat, utilizzando – nella migliore tradizione del giornalismo investigativo – avvenenti giornaliste sotto mentite spoglie. Che, come ci ha raccontato il collega albanese Kopliku, intende continuare a scavare.

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      Italia

      Intelligenza artificiale, truffe reali: deepfake di Giorgia Meloni sui social, la premier clonata promette guadagni facili

      Voci, espressioni e sorrisi perfettamente ricostruiti: nei deepfake la premier assicura guadagni da 30 mila euro al mese con un investimento di 250 euro. Indagini in corso sul fenomeno, già intercettato da agenzie di cybersicurezza internazionali.

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        Giorgia Meloni in studio con Francesco Giorgino, intervistata sul futuro dell’Italia, mentre sponsorizza una piattaforma di trading “garantita dal governo”. Tutto perfetto, realistico, impeccabile. Peccato che sia tutto falso.

        Tre video deepfake — prodotti con tecniche di intelligenza artificiale e già in circolazione sui social — mostrano la presidente del Consiglio in ambientazioni credibili, con voce e volto ricostruiti in maniera quasi indistinguibile dall’originale. Nelle clip la premier si presta a uno spot fraudolento: «Tutti hanno diritto a ricevere un aiuto fino a 3 mila euro al mese, basta registrarsi e versare 250 euro», afferma sorridendo.

        In un altro filmato, ambientato in una finta intervista al Tg5 con Simona Branchetti, la presidente ribadisce: «Io stessa sono coinvolta in questo progetto e questo mese ho guadagnato 40 mila euro. Basta un piccolo investimento e la registrazione sarà attiva».

        Il dettaglio che inquieta è la precisione: la voce della Meloni è sincronizzata alla perfezione, lo sguardo e i sorrisi sono quelli veri. È l’avanguardia del deepfake, un salto di qualità che rende sempre più difficile distinguere realtà e artificio.

        Dietro, il solito meccanismo: i truffatori inseriscono link che promettono facili guadagni, portando invece a piattaforme che raccolgono dati personali e, passo dopo passo, arrivano fino ai conti correnti degli utenti.

        La Protective Intelligence Network di Singapore, guidata dall’ex poliziotto italiano Angelo Bani, ha intercettato i video e li ha segnalati al Global Anti-Scam Summit di Londra. «In Italia c’è un bombardamento di deepfake contro figure pubbliche, specialmente del governo», ha spiegato. Anche Sensity.ai, società italiana specializzata in cybersicurezza, ha registrato un’impennata di casi.

        Non è la prima volta che i deepfake colpiscono personaggi noti, ma questa è la prima volta che un presidente del Consiglio italiano viene clonato con questa precisione, in un’operazione studiata per sembrare più vera del vero. E il messaggio subliminale è fin troppo chiaro: non si può più credere nemmeno ai propri occhi.

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          Cronaca

          Nuove accuse dietro le quinte di “Forum”: un’altra donna denuncia l’ex produttore, “Mi ha violentata anche lui”

          Il manager, ex amministratore di una società che produceva il programma Mediaset, è già sotto processo per uno stupro avvenuto durante un colloquio di lavoro. La nuova testimone racconta abusi e un clima di pesante degrado: “In riunione volavano vibratori. Tutti sapevano, ma tacevano”.

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            Un’aula di tribunale, un silenzio improvviso, poi la voce che si spezza. «Mi ha violentata anche a me. Quando ho sentito Marta raccontare la sua storia, ho riconosciuto ogni dettaglio. Era lui, lo stesso modo, le stesse parole». Così, tra lacrime e sconcerto, una testimone ha sconvolto il processo in corso contro Stefano B., ex produttore di Forum, accusato di violenza sessuale su una giornalista durante un colloquio di lavoro.

            L’imputato, definito negli ambienti televisivi “l’onnipotente” per il potere che esercitava sulla redazione, si difende da mesi dichiarandosi innocente. Ma in aula, mercoledì scorso, una ex collaboratrice del programma ha raccontato una vicenda simile alla denuncia già agli atti. «Mi prendeva per il bacino, mi tirava a sé, cercava di baciarmi. Quando provavo a scostarmi mi stringeva ancora più forte. Una volta mi ha detto: “Come vuoi finire? Per bocca o per mano?”».

            La donna, che all’epoca della presunta aggressione era incinta, ha spiegato di non aver mai denunciato per paura di perdere il lavoro. Ha consegnato ai carabinieri alcune registrazioni audio che, sostiene, contengono frasi compromettenti dell’uomo.

            Il caso originario riguarda una giornalista freelance che aveva incontrato il produttore per discutere di una collaborazione. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe usato la forza per baciarla, approfittando della sua posizione. L’avvocato della vittima, Federico Olivo, parla di un comportamento “predatorio, seriale”, mentre la difesa, affidata al penalista Nicola Madia, insiste: “Si tratta di dichiarazioni false, mai provate da riscontri oggettivi”.

            La nuova testimone, assistita dall’avvocato Alessio Pica, ha aggiunto dettagli inquietanti sul clima che si respirava dietro le quinte del programma: «In redazione non esisteva professionalità. In riunione volavano vibratori, li infilavano negli autori per scherzo, e tutti ridevano. Ho ancora le foto».

            Un contesto definito “malato”, dove il confine tra lavoro e umiliazione sembrava scomparire. E dove, secondo la donna, le avances del produttore erano note a molti. «Tutti sapevano, ma nessuno diceva nulla. Aveva troppo potere».

            Non è la prima volta che la testimone incrocia l’uomo in tribunale: in passato era stata denunciata da lui per diffamazione. Una causa archiviata, un’altra ancora aperta. Oggi la sua voce si aggiunge a quella della giornalista che per prima aveva trovato il coraggio di raccontare.

            L’ex produttore, dal canto suo, continua a respingere ogni accusa e a sostenere di essere vittima di “una campagna personale”. Ma dopo l’ultima udienza, il caso assume contorni più pesanti. E resta una domanda, amara, sospesa nel silenzio: com’è possibile che per anni, dietro le quinte di uno dei programmi più popolari della tv, nessuno si sia accorto di nulla?

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              Italia

              Torna l’ora solare: nel 2025 il cambio d’orario arriva prima

              Nessuna nuova legge o cambiamento di regole: è il calendario a farci anticipare il ritorno all’ora solare, che porterà giornate più corte e qualche effetto sul nostro equilibrio biologico.

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                Nel 2025 torneremo all’ora solare con un giorno d’anticipo rispetto all’anno scorso. Niente decisioni politiche o nuove direttive europee: si tratta semplicemente di un effetto del calendario. L’ultima domenica di ottobre, infatti, cadrà il 26 ottobre e non il 27, come nel 2024. Un piccolo dettaglio che però segnerà l’arrivo anticipato delle giornate più brevi e delle sere che calano presto, con conseguenze sulla nostra routine quotidiana.

                Il passaggio ufficiale avverrà nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025, quando alle 3 del mattino dovremo riportare le lancette dell’orologio indietro di un’ora. Dormiremo dunque sessanta minuti in più, ma le ore di luce pomeridiane diminuiranno sensibilmente.

                Meno sole e più sonnolenza: gli effetti del cambio d’orario

                Il ritorno all’ora solare comporta diversi adattamenti, sia pratici sia fisici. Il sole tramonterà prima, riducendo il tempo a disposizione per le attività all’aperto e anticipando l’illuminazione artificiale nelle case e nelle città. È un passaggio che, per molti, coincide con un calo dell’energia e un aumento della stanchezza.

                Secondo gli esperti, il nostro orologio biologico impiega alcuni giorni per abituarsi ai nuovi ritmi. I disturbi più comuni legati al cambio d’ora sono insonnia temporanea, difficoltà di concentrazione, sonnolenza e sbalzi d’umore. In soggetti particolarmente sensibili, come anziani e bambini, questo mini jet lag può risultare più marcato.

                Il corpo, infatti, si regola sui cicli di luce e buio: quando il tramonto arriva prima, la produzione di melatonina — l’ormone che regola il sonno — tende ad aumentare, generando una sensazione di fatica e rallentamento. Anche per questo, nelle prime settimane, molti segnalano maggiore irritabilità o calo dell’umore.

                Una tradizione che resiste

                Il sistema dell’ora legale e ora solare è ancora in vigore in tutta l’Unione Europea, nonostante da anni si discuta di un’eventuale abolizione. Bruxelles aveva avviato un processo per permettere agli Stati membri di scegliere un’ora fissa, ma la riforma è rimasta sospesa, complice la mancanza di un accordo tra i Paesi.

                Per ora, dunque, continueremo ad alternare i due orari: l’obiettivo dell’ora legale resta quello di risparmiare energia sfruttando meglio la luce naturale durante i mesi primaverili ed estivi, mentre in autunno si torna all’ora solare per riallinearsi al ritmo astronomico naturale.

                Quando tornerà l’ora legale

                Dopo cinque mesi di giornate più corte, dovremo attendere la primavera per rimettere avanti le lancette. L’ora legale tornerà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 marzo 2026, quando alle 2 dovremo spostare gli orologi un’ora avanti.

                Nel frattempo, ci aspetta un inverno scandito da tramonti anticipati ma anche da mattine più luminose: un piccolo conforto per chi ama iniziare la giornata con la luce del sole.

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