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Personaggi e interviste

Fedez amaro: “Non voglio più essere un esempio, nemmeno per me stesso”

Una partita di calcio a sette, un format che fonde sport e spettacolo, ma anche uno scontro dai toni accesi che ha superato i confini del campo. Durante i quarti di finale della Kings League Italia, andati in scena sabato 10 maggio, il rapper Fedez e lo streamer Blur si sono resi protagonisti di un acceso confronto, culminato in un quasi-scontro fisico. A placare gli animi, tra le due “presidenze infuocate”, è intervenuto l’ex juventino Leonardo Bonucci, convocato da Fedez come “wild card” per rafforzare i Boomers, la sua squadra.

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    Le immagini sono diventate virali nel giro di poche ore: Fedez si è diretto verso Blur visibilmente alterato, il tutto in diretta streaming e sotto gli occhi del pubblico. Il rapper ha giustificato il gesto come reazione a un “clima tossico e provocatorio” da parte dell’altra squadra. Un clima che, secondo lui, si era già manifestato sui social nei giorni precedenti e che sarebbe stato ignorato dagli organizzatori.

    Il Tapiro: «Ero in trance agonistica»

    Non poteva mancare il Tapiro d’Oro, il quindicesimo della carriera per Fedez, consegnato da Valerio Staffelli per l’accaduto. Nell’intervista, il cantante non si tira indietro: «Ero in trance agonistica», ammette. «So fare e dire di peggio, credimi». A calmare le acque, Bonucci, che ha fisicamente separato i due contendenti e salvato l’evento da una possibile rissa. Ma il momento più sorprendente arriva quando Staffelli gli ricorda il suo ruolo di personaggio pubblico: «Rappresenti un esempio per molti giovani». Fedez risponde in modo netto, quasi amaro:


    «Ho smesso di esserlo. Non voglio più esserlo, nemmeno per me stesso».

    Un torneo tra calcio e influencer, ma l’esempio?

    La Kings League Italia, figlia dell’originale spagnola ideata da Gerard Piqué, fonde influencer, ex professionisti e show. Dodici squadre, format virale, arene piene. Ma anche tanta tensione, egocentrismi e sfide di popolarità. Fedez e Blur non sono solo presidenti di squadra: sono simboli di due mondi digitali che si scontrano spesso fuori dal campo, tra streaming, tweet velenosi e provocazioni in diretta. Quello che dovrebbe essere puro intrattenimento si trasforma in uno scontro tra ego, dove la linea tra gioco e sfida personale si assottiglia pericolosamente.

    L’ombra del burnout e la disillusione

    Nella frase di Fedez — «Non voglio essere un esempio nemmeno per me stesso» — c’è tutta la fatica di chi è sempre al centro del mirino. Reduce da una lunga esposizione mediatica, da problemi personali e da un costante scrutinio pubblico, il rapper sembra voler alzare le mani: basta aspettative, basta modelli. Solo la libertà di sbagliare, anche davanti a milioni di follower. E se la Kings League vuole davvero fondere sport e spettacolo, forse il primo passo è ritrovare la misura. Perché senza rispetto, né sul campo né fuori, lo show rischia di diventare solo un’altra arena digitale dove a vincere è chi urla più forte.

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      Roberta Bruzzone: la criminologa torna su Rai 2 con Nella mente di Narciso e svela i segreti della manipolazione

      Ogni martedì e giovedì in seconda serata su Rai 2 e in streaming su RaiPlay, Roberta Bruzzone guida gli spettatori in un viaggio nella psiche del narcisista. La criminologa parla del suo percorso, dei motivi che l’hanno portata a lasciare Ballando con le stelle e dei suoi due matrimoni.

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        Rigorosa, diretta, mai banale: Roberta Bruzzone torna in tv con la nuova stagione di Nella mente di Narciso, in onda su Rai 2 ogni martedì alle 23.30 e il giovedì alle 24.30, e disponibile anche su RaiPlay. La criminologa e psicologa forense accompagna il pubblico in un viaggio dentro uno dei disturbi più pervasivi e meno compresi della contemporaneità: il narcisismo patologico. Un male silenzioso, ma spesso devastante, che nelle sue forme più estreme può portare fino al delitto.

        Il primo episodio è dedicato al caso di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa nel 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Seguiranno le puntate su Veronica Panarello, Andrea Pizzocolo, Antonio De Marco e Mario Perrotta, ognuno dei quali rappresenta un tassello di una mappa più ampia: quella della mente del narcisista. «L’obiettivo – spiega Bruzzone – è aiutare le persone a riconoscere i segnali di manipolazione e a difendersi prima che sia troppo tardi».

        Dietro la criminologa televisiva c’è però una studiosa solida. Laureata in Psicologia clinica e in Scienze dell’investigazione, con un dottorato in Psicopatologia forense, Bruzzone è oggi una delle esperte più ascoltate nelle aule di tribunale e nei talk show di cronaca nera. Ha fondato una scuola di formazione per criminologi e collabora da anni con la Polizia giudiziaria.

        Non tutti sanno che nel 2019 ha lasciato Ballando con le stelle, dove era ospite fissa, per dedicarsi interamente alla divulgazione e alle sue indagini. «A un certo punto ho sentito che la mia immagine rischiava di essere confusa con quella di un personaggio da salotto – raccontò –. Io sono una professionista, non una showgirl». Una scelta che le ha restituito, a suo dire, libertà e credibilità.

        Nella vita privata, Bruzzone è stata sposata due volte: prima con l’imprenditore svizzero Massimiliano Cristiano e poi con il fotografo e sub Simone Bongiovanni, con cui condivide la passione per i viaggi e il mare. Della sua vita sentimentale parla poco, ma ammette che anche lei ha conosciuto da vicino personalità manipolatrici: «È per questo che capisco bene le vittime».

        Nel programma, la criminologa rivela sei segreti per riconoscere i “narcisi” quotidiani: l’egocentrismo spinto, la manipolazione affettiva, la gelosia mascherata da protezione, la svalutazione progressiva, la totale mancanza di empatia e, infine, la distruzione dell’autostima dell’altro. «Il narcisista – spiega – non vuole un partner, ma uno specchio. Quando smetti di rifletterlo, ti cancella».

        Con Nella mente di Narciso, Roberta Bruzzone conferma la sua capacità di unire rigore scientifico e sensibilità umana. E se la cronaca continua purtroppo a offrire nuovi casi di amori malati, la criminologa sembra avere un obiettivo preciso: insegnare al pubblico che riconoscere il male è il primo passo per difendersi da esso.

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          Valentina Persia torna in tv con Sinceramente Persia – One Milf Show: «Ecco come ci vedono gli stranieri (e come ci prendono in giro)»

          Dal 9 ottobre in prima serata, Valentina Persia sarà la protagonista assoluta di Sinceramente Persia – One Milf Show. Un viaggio brillante e autoironico nel mondo femminile e nei rapporti tra i sessi, accompagnata da Omar Fantini e Alessio Viola per il contrappunto maschile.

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            Dopo trent’anni di carriera, Valentina Persia si rimette al centro della scena con Sinceramente Persia – One Milf Show, il suo nuovo programma in onda da giovedì 9 ottobre in prima serata sul NOVE. Un titolo ironico, un po’ provocatorio e perfettamente in linea con il suo stile diretto, capace di mescolare comicità e verità quotidiane.

            Il format, firmato Warner Bros Discovery, promette risate e riflessioni in egual misura. Valentina esplora l’universo femminile con il coraggio di chi non teme l’etichetta: quella di “Milf”, termine ormai sdoganato e spesso abusato, che lei trasforma in un simbolo di fierezza e libertà. Sul palco, affronta temi come il corpo che cambia, l’infedeltà, il rapporto con gli uomini e con sé stesse, la maternità, il sesso e l’eterno confronto tra generazioni. «A cinquant’anni ho deciso di dire tutto, ma proprio tutto – racconta –. E di riderci sopra, perché l’ironia resta l’unico vero bisturi per la verità».

            Accanto a lei due complici d’eccezione, Omar Fantini e Alessio Viola, chiamati a rappresentare il punto di vista maschile. Con loro la Persia gioca di contrasti, tra botta e risposta fulminanti e momenti di riflessione autentica. Il tono resta leggero, ma non superficiale: si ride, ma si pensa. «Volevo che ci fosse anche la voce degli uomini – spiega –. Perché non si può parlare di noi donne senza ascoltare anche loro, magari per contraddirli subito dopo».

            Nel corso delle puntate, la comica romana – che il pubblico ha imparato ad amare fin dai tempi di La sai l’ultima? e Colorado – attraversa i grandi temi dell’attualità con il suo linguaggio spontaneo, tra sarcasmo e confessione. Racconta il modo in cui gli italiani vedono le donne, ma anche come gli stranieri vedono noi: «A volte ci adorano, altre ci prendono in giro, ma resta vero che siamo un popolo irresistibile, anche nei difetti».

            La Persia, reduce dai successi teatrali e televisivi, mostra qui la sua versione più matura: una donna che non ha paura del tempo, né dei giudizi. «Ho imparato che essere sinceri paga sempre – dice –. E se la sincerità fa ridere, allora è perfetta per la tv».

            Sinceramente Persia – One Milf Show è dunque un autoritratto comico e insieme un piccolo manifesto: quello di una generazione di donne che non vogliono più chiedere il permesso per essere sé stesse. Sul palco, Valentina Persia lo dimostra con la sua solita forza, la risata contagiosa e una certezza: la verità, detta col sorriso, è ancora lo spettacolo migliore.

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              Moana Pozzi non è morta quando lo hanno comunicato i media… ma alcuni mesi dopo: lo racconta Eva Henger

              La ex pornostar Eva Henger si racconta con schiettezza, senza filtri, rivelando dettagli inediti della sua vita e dei rapporti con le persone che hanno segnato la sua carriera e il suo privato.

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                Eva Henger si racconta tra vita privata e quella professionale, rivelando aneddoti e curiosità del marito Riccardo Schicchi, del rapporto con Moana Pozzi e di quello contrastato con i film porno. Lo fa in una lunga intervista al Corriere della Sera.

                Tutti i suoi film: per l’esattezza… quattro

                «Di film porno ne ho girati solo quattro – spiega Eva Henger -. Mio marito Riccardo Schicchi non voleva, ma non so che mi era preso… Facevo foto e spettacoli sexy, però ovunque andassi, mi dicevano: ho visto tutti i tuoi film. Non ne avevo fatto neanche uno, ma per tutti ero una pornostar, ero già giudicata e condannata. E vedevo Moana e Ilona che va Henger si racconta in un’intervista al Corriere della Sera, ripercorrendo la sua carriera e la vita privata. Parla del marito Riccardo Schicchi, del legame con Moana Pozzi e del suo complesso rapporto con l’industria del cinema per adulti.

                Etichettata dai media

                «Ho girato solo quattro film porno – spiega – e Riccardo non voleva. Facevo spettacoli e servizi fotografici sexy, ma ovunque andassi, la gente mi diceva: ‘Ho visto tutti i tuoi film’. Non ne avevo fatto neanche uno, eppure ero già etichettata. Vedevo Moana e Ilona guadagnare molto più di me, così ho pensato: tanto vale provare».

                Moana e il mistero della sua morte

                Henger parla anche della leggenda che circonda Moana Pozzi: «Non è morta il 15 settembre 1994, ma un anno dopo. Ricordo che la sera prima di quel giorno parlò con Riccardo al telefono: era felice, aveva recuperato cinque chili. Ma aveva paura che la gente la vedesse debilitata dalla malattia. Credo che abbia voluto ‘morire’ prima per vivere gli ultimi mesi in pace». Secondo Henger, Pozzi avrebbe persino letto le notizie sulla propria scomparsa. «Riccardo lo insinuava spesso. Davanti alla copertina dell’Europeo disse: ‘Non se la sarebbe mai persa’. Sono convinta che sia morta un anno dopo rispetto alla data ufficiale».

                Le molestie subite durante la sua carriera

                Nel corso della sua carriera, Eva Henger ha anche dovuto affrontare episodi spiacevoli. «Una volta, quasi comica – racconta –. Il regista mi aveva già scelta per un film e il produttore mi convocò per firmare il contratto all’ora di pranzo, in un ufficio deserto. Mi fece accomodare su un divano sporco, poi si girò con il suo coso in mano. Ho iniziato a urlare mentre mi rincorreva. Io avanti, lui dietro. Gridavo: ‘Brutto bavoso, vergognati!’. Per fortuna, il mio autista era fuori e intervenne».

                Le scintille con la collega Ilona Staller

                Alla domanda su Ilona Staller, ex compagna di Schicchi, Henger risponde: «Ho provato ad essere sua amica in tutti i modi. Le facevo la spesa, cucinavo per lei, badavo a suo figlio. Ma ogni tanto impazziva e mi insultava. Una volta sostenne che avevo usato un suo fondale per una foto e iniziò a gridare. Un’altra volta, in ufficio, scoppiò un litigio: lei lanciò un oggetto, io risposi con una ventiquattrore e la colpii di striscio. La chiusero in una stanza per calmarla, ma dentro c’era mia madre. Quando iniziò a insultare mia figlia di due anni, mia madre non si trattenne».

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