Moda e modi
Cetriolo in faccia e silenzio: la maschera più fresca della primavera
Non è solo un cliché da commedia americana: il cetriolo, se usato fresco e abbinato a pochi ingredienti giusti, regala una maschera viso perfetta per le giornate calde. Riduce i pori, calma la pelle, illumina il viso e si prepara in meno di due minuti. Con risultati seri, ma senza prendersi troppo sul serio.

Ha l’aria innocua, l’odore da orto e una consistenza che non fa paura. Eppure il cetriolo, quello delle insalate estive e delle detox d’ufficio, ha un superpotere: fa bene alla pelle, e lo fa sul serio. Fresco, ricco d’acqua, pieno di vitamina K, acido caffeico e silicio, ha proprietà decongestionanti, lenitive, idratanti. Tradotto: è perfetto per la pelle stanca, lucida, arrossata o solo stressata dal traffico e dal calendario.
Ma per diventare una vera maschera viso, serve qualcosina in più. Un po’ di aloe vera, una punta di yogurt o di argilla bianca, qualche goccia di limone se serve purificare, o di olio di mandorle per coccolare. Il tutto resta comunque in dispensa: nessun ingrediente irreperibile, niente estratti esotici.
La ricetta: maschera rinfrescante al cetriolo e aloe
Ingredienti:
- mezzo cetriolo (freddo di frigo)
- 1 cucchiaino di gel di aloe vera (meglio se puro)
- 1 cucchiaino di yogurt bianco naturale
- 1 goccia di succo di limone (solo per pelli grasse)
- 1 goccia di olio di mandorle (solo per pelli secche)
Preparazione:
Frulla il cetriolo con la buccia (ben lavata) fino a ottenere una polpa fine. Aggiungi l’aloe e lo yogurt, mescolando bene. In base al tipo di pelle, puoi aggiungere o il limone (purificante) o l’olio di mandorle (nutriente), ma non entrambi.
Applicazione:
Applica sul viso pulito, abbondando sulle zone più calde come fronte e guance. Evita il contorno occhi, o usa due fettine intere da film anni ’90. Lascia in posa 15 minuti, poi risciacqua con acqua fresca. Il viso ringrazia e il frigorifero pure.
Effetto:
Pelle immediatamente più luminosa, compatta e fresca. I pori si attenuano, i rossori si calmano, e il viso sembra più riposato anche se hai dormito quattro ore.
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Maschera viso al succo di limone: il segreto per una pelle luminosa e purificata
Pelle spenta o con impurità? Il succo di limone, ricco di vitamina C e proprietà astringenti, può essere la soluzione per un viso fresco e luminoso. Ecco come creare la tua maschera a casa.

Il succo di limone è un alleato prezioso per chi desidera un aspetto radioso e privo di imperfezioni. Grazie all’alto contenuto di vitamina C e agli acidi naturali, questa semplice maschera aiuta a illuminare la pelle, ridurre l’eccesso di sebo e minimizzare i pori dilatati. Facile da preparare a casa, la maschera al succo di limone è l’ideale per chi cerca un trattamento di bellezza naturale.
Come preparare la maschera al succo di limone
Ingredienti:
- 1 cucchiaio di succo di limone fresco
- 1 cucchiaio di miele (per un’azione idratante e lenitiva)
- 1 cucchiaio di yogurt bianco naturale (opzionale, per un effetto esfoliante delicato)
Preparazione:
- In una ciotola, mescola il succo di limone con il miele e, se preferisci, aggiungi lo yogurt.
- Applica la maschera sul viso pulito, evitando il contorno occhi.
- Lascia agire per 10-15 minuti, quindi risciacqua con acqua tiepida.
Perché funziona?
Il succo di limone è noto per le sue proprietà astringenti e schiarenti, perfette per combattere brufoli, macchie e rossori. Il miele agisce come emolliente naturale, mentre lo yogurt dona una leggera esfoliazione, lasciando la pelle liscia e rinnovata.
Attenzione: Non esagerare con la frequenza. Data la natura acida del limone, è meglio usare questa maschera una volta a settimana per evitare irritazioni, soprattutto su pelli sensibili. E ricorda: meglio farlo alla sera o quando non hai in programma di esporti al sole subito dopo, perché il succo di limone può rendere la pelle fotosensibile.
Moda e modi
Primavera, stagione perfetta per (ri)trovare il respiro con lo yoga
Dopo mesi passati chiusi in ambienti riscaldati e routine statiche, la primavera diventa il momento ideale per riscoprire lo yoga. Non per modellare il corpo, ma per liberarlo. E per rimettere ordine nei pensieri. Bastano un tappetino, un’ora al giorno e la voglia di ascoltarsi davvero.

La primavera non è solo una stagione: è un invito.
A scrollarsi di dosso il torpore invernale, a riaprire le finestre, a respirare più a fondo. E il corpo, che è sempre più saggio della testa, lo sa prima di noi. Ci chiede spazio. Movimento. Ritmo. Ed è qui che entra in gioco lo yoga, non come moda passeggera, ma come rito gentile per rientrare in contatto con sé.
Dimenticate le posizioni acrobatiche da social o le stanze perfettamente illuminate in cui tutto sembra perfetto. Lo yoga primaverile è un’altra cosa. È stirarsi lentamente al mattino come fanno i gatti. È riaprire il torace dopo mesi chiusi su un computer. È riprendere possesso del respiro — e con lui del tempo, delle priorità, del presente.
La primavera è il periodo ideale per (ri)cominciare. Non serve essere flessibili. Non serve saper stare sulla testa. Basta un tappetino, un angolo tranquillo e l’idea che il corpo non sia un nemico da domare ma un alleato da ascoltare. E magari anche l’umiltà di fare dieci minuti al giorno, se è tutto ciò che si ha. Perché anche dieci minuti, ogni giorno, fanno la differenza.
Le sequenze migliori per questa stagione? Quelle che sbloccano il respiro e riattivano la colonna. Il saluto al sole, tanto per cominciare, ma anche le torsioni leggere, i piegamenti in avanti, le aperture del cuore. Non servono ore. Servono costanza e sincerità.
A chi dice che non ha tempo, lo yoga risponde che non è il tempo a mancare, ma la priorità. E in primavera, quando tutto esplode di linfa e di voglia di nuovo, può essere il momento perfetto per rimettersi in centro. Non per cambiare, ma per tornare a casa.
I benefici? I soliti — che però smettono di essere “soliti” quando li vivi. Migliora il sonno, si riduce la tensione muscolare, si calma il sistema nervoso, si respira meglio. E poi si scopre che, più del fisico tonico, è bello svegliarsi con la schiena che non fa male e la mente che non urla.
La primavera fa il suo mestiere: fiorisce. Noi possiamo fare il nostro: respirare, distenderci, scioglierci un po’. Senza pretese, ma con presenza. Che poi è il vero miracolo dello yoga.
Benessere
Dalla camomilla al velo di olio: i segreti della nonna per preparare la pelle al sole (senza sembrare una braciola abbrustolita)
Altro che spray miracolosi e filtri da astronauta: per preparare la pelle al sole servono pazienza, costanza e quei piccoli gesti tramandati di generazione in generazione. Dal succo di carota al bagno d’avena, passando per scrub allo zucchero e oli lenitivi: i consigli di nonna tornano protagonisti, proprio quando ne abbiamo più bisogno.

C’è un momento preciso in cui capisci che la primavera ha vinto. Non è la fioritura degli alberi, né il cambio armadio. È quando ti viene voglia di stenderti al sole — magari sul terrazzo, magari ancora con i jeans — e senti la pelle pizzicare come se si stesse svegliando. Ecco, quello è il segnale. Il corpo chiede luce, ma pretende preparazione. E se la crema spf 50 è d’obbligo, prima ancora serve un gesto più antico, più delicato: prendersi cura della pelle con la saggezza di chi il sole lo rispettava, lo temeva, e lo aspettava tutto l’inverno.
Uno scrub fatto in casa (che funziona davvero)
Prima regola: mai esporsi se la pelle è ancora in “modalità coperta”. Troppo secca, opaca, ispessita. Per rinnovarla, basta un cucchiaio di zucchero (meglio se di canna), un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone. Massaggiare con dolcezza sotto la doccia, a pelle umida. Risciacquare senza strofinare. Il risultato? Morbidezza immediata e una sensazione di freschezza che batte qualsiasi esfoliante da profumeria.
Carota, l’abbronzatura comincia a tavola
Nonna lo diceva sempre: “Vuoi il colore? Mangia le carote!”. E aveva ragione. Il betacarotene stimola la produzione di melanina e aiuta la pelle a difendersi dai raggi UV. Via libera anche a albicocche, mango, zucca e spinaci. Un’insalata al giorno, e il colorito arriva (senza scottarsi).
Bagno d’avena per le pelli sensibili
Se al primo sole la pelle reagisce con rossori e pruriti, niente panico. Un rimedio naturale e antichissimo è il bagno d’avena: basta avvolgere due cucchiai di fiocchi in una garza e lasciarli in infusione nell’acqua tiepida della vasca. Effetto calmante garantito, come una carezza.
Camomilla e tè verde: tonici low cost
Dimenticate i tonici al collagene da 60 euro. Dopo la pulizia del viso, un dischetto imbevuto di infuso freddo di camomilla o tè verde fa miracoli: lenisce, rinfresca e prepara la pelle alla crema protettiva. Se aggiungete qualche goccia di aceto di mele, aiutate anche il pH naturale.
L’olio della sera
Di giorno protezione, ma la sera? Olio. Non quello per friggere, ovviamente. Un velo d’olio di mandorle dolci o argan sulle gambe, dopo la doccia, è il passaggio finale per nutrire in profondità e rendere la pelle più resistente. Massaggiato bene, tonifica anche.
Protezione sempre, anche se “è solo aprile”
Ultimo consiglio, il più importante. Non è mai troppo presto per la protezione solare. Anche con il sole velato, anche in città. Il fattore non deve essere un optional: SPF 30 è il minimo sindacale se si sta fuori più di un’ora. E no, non vale dire “tanto mi scotto solo la prima volta”: la pelle ha memoria, e i danni si sommano.
Il sole, quando lo rispetti, ti ringrazia
C’era una generazione che prendeva il sole con l’olio Johnson’s, sì. Ma c’era anche chi metteva cappelli di paglia larghi come ombrelli e preparava decotti di malva per sfiammare le guance arrossate. Oggi abbiamo mille prodotti, mille filtri, mille promesse in tubo. Ma il segreto per convivere bene con il sole è sempre lo stesso: ascoltare il corpo, nutrire la pelle, e cominciare prima che sia troppo tardi.
Che poi, come diceva nonna: “Il sole è come il vino: buono in piccoli sorsi, ma se esageri ti fa girare la testa”.
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