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    La piattaforma Spotify ha lanciato Wrapped 2024, iniziativa che celebra un anno di musica, podcast e passioni condivise da oltre 640 milioni di utenti in tutto il mondo. In Italia, il 2024 è stato dominato dal predominio del rapper napoletano Geolier, al quale va il titolo di artista più ascoltato con oltre 1,2 miliardi di play, reduce anche dalla fortunata partecipazione a Sanremo.

    Il rap la fa da padrone

    Tra i più “gettonati” (così si diceva ai tempi dei jukebox) anche Sfera Ebbasta che, dopo tre anni consecutivi in vetta alla classifica di Wrapped, quest’anno si posiziona al secondo posto. In terza e quarta posizione si trovano invece Lazza e Tedua. Al quinto posto la soprendente Anna che, tra le artiste, figura come la donna più ascoltata in Italia, oltretutto per il secondo anno consecutivo. Un successo in grado di confermare – che piaccia o meno – l’attuale strapotere della musica rap nel panorama musicale italiano, al di là del genere di appartenenza.

    Le canzoni e gli album italiani più ascoltati

    Sanremo continua a giocare un ruolo concreto in fatto di ascolti: in vetta troviamo I p’ me, tu p’ te di Geolier, con oltre 100 milioni di ascolti, seguita da Come un tuono (feat. Guè) di Rose Villain, a ben guardare brano non presentato all’Ariston anche se la cantante milanese era in gara. In terza posizione Mahmood con la sua Tuta gold, pubblicata anche lei durante la kermesse musicale dello scorso febbraio. Al quarto posto 100 messaggi di Lazza, al quinto il tormentone trap Sesso e samba (feat. Gaia) di Tony Effe, che consolida il suo successo personale, potendo vantare ben 3 brani nella top 10.

    Gli album

    Tra gli album, spopola ancora Geolier, col suo disco Dio lo sa attestato come il più ascoltato del 2024 in Italia. Al secondo posto Icon di Tony Effe, poi Vera baddie di Anna al terzo, l’album più ascoltato di una artista donna. Quarta e quinta posizione invece – rispettivamente – per La Divina Commedia di Tedua e I Nomi del Diavolo di Kid Yugi.

    Italiani all’estero

    Il successo degli artisti italiani valica i confini nazionali, riconfermando i rockettari Maneskin come i più ascoltati all’estero per il terzo anno consecutivo. Seguono i Meduza al secondo posto e Gabry Ponte al terzo. Nella top 10 anche Laura Pausini, al sesto posto, e Raffaella Carrà, al nono. Loro sono anche le due artiste donne italiane più ascoltate su Spotify al di fuori dei nostri confini.

    A livello globale c’è ancora lei, la regina miliardaria del pop

    Nel mondo Taylor Swift èvl’artista più ascoltata al mondo per il secondo anno consecutivo, con oltre 26 miliardi di ascolti, consolidando in questo modo il suo ruolo di icona mondiale e nuova regina del pop. Sul podio insieme lei anche The Weeknd, in seconda posizione, e Bad Bunny, in terza, seguiti da Drake e Billie Eilishal quarto e quinto posto.

    E adesso… musica!

    Per la nostra sezione audio la nuova playlist presenta alcune fra le canzoni più rappresentative ed amate dell’anno che – ne siamo certi – rieccheggeranno ancora per parecchio tempo in radio e nelle cuffiette degli amanti del pop.

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      Una playlist da ascoltare… appesi alla cornetta

      La nostra nuova playlist riguarda canzoni che hanno a che fare col telefono

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        Ti telefono o no, ti telefono o no…
        ho il morale in cantina
        mi telefoni o no, mi telefoni o no…
        chissà chi vincerà…

        Così cantava Gianna Nannini in Fotoromanza nel 1984, una delle tante citazioni dell’invenzione di Antonio Meucci che ci ha cambiato la vita. La nostra nuova playlist comprende, appunto, tutte canzoni che hanno a che fare col telefono. Per esempio… da Se telefonando, testo scritto da Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo e musica del Maestro Ennio Morricone, portata al successo da Mina… a Buonasera Dottore, qui nella versione originale di Claudia Mori ma anche nella rilettura – a ruoli ribaltati – di Claudio Baglioni con Sabina Ciuffini.

        Una telefonata emozionante

        Su un brano in particolare voglio spendere qualche parola in più. Si tratta di Martha di Tom Waits, estratta dall’album d’esordio di questo straordinario artista. Nel testo, Tom telefona a Martha, una donna di cui era innamorato in giovane età. Ma lei non è un semplice amore, è l’amore ancora vivo nonostante sia finito da tanti anni. Quella persona indimenticabile, che non potremmo dimenticare neanche a volerlo. Sono passati decenni (“Cause it’s been forty years or more, now Martha please recall”) e Tom allora si domanda se lei si ricorderà di lui, e se riconoscerà la sua voce.

        Dal punto di vista di un uomo anziano

        É curioso come Tom Waits, ventiquattrenne al momento di Closing Time, uno dei suoi album più intimi, canti questa canzone dal punto di vista di un uomo anziano. Un aspetto che contribuisce a fare di Martha una canzone triste: la consapevolezza dell’età avanzata e la grande distanza tra loro (“And I am calling long distance”) non giocano in favore di Tom. Perché Martha è felice e vive con la sua famiglia. Marito, bambini, forse la vita tranquilla e serena di chi ha tutto quello che serve. Dal tono e dal senso delle parole si intuisce che invece Tom è stato sposato (“You know that I got married too”) ma non lo sia più. É facile immaginarlo da solo, in una stanza di casa sua, con un whisky in mano, affogato nei suoi ricordi.

        Tom chiede come stanno il marito e i figli, anche per cercare conferma che il suo cuore sia sempre di un altro uomo; con le parole “Lucky that you found someone to make you feel secure” insinua che lei non ami veramente suo marito, ma resti con lui solo per la sicurezza che riesce a garantirle. Quella sicurezza che Tom, impulsivo e orgoglioso, non riusciva a darle, visto che amava Martha ma, cosa più importante, amava sentirsi un uomo

        “And I was always so impulsive, I guess that I still am
        And all that really mattered then was that I was a man
        I guess that our being together was never meant to be”

        Martha è una delle più belle dichiarazioni d’amore che un musicista abbia mai scritto. Vuol dire continuare ad avere nel cuore una persona, sempre e comunque. E avere bisogno di parlarne, di farglielo sapere, semplicemente dirglielo. Per questo credo che, scavando bene, ognuno di noi possa trovare una “Martha” dentro di sé.

        Dediche al telefono

        Rimanendo in tema, esiste anche una piattaforma digitale innovativa, Canzoni al telefono, ideata il cantautore e artista torinese Didie Caria, che consente agli utenti di inviare canzoni personalizzate eseguite dal vivo ai propri cari, direttamente al telefono e ovunque nel mondo. Un servizio unico che combina la comodità del digitale con il fascino della musica dal vivo, creando esperienze memorabili e cariche di emozione. Unendo tecnologia e arte, viene offerta una modalità di comunicazione nel modo più personale e toccante: attraverso una performance musicale dal vivo al telefono. Che risulta essere, per gli artisti coinvolti, una nuova opportunità di guadagno, permettendo loro di esibirsi dal vivo utilizzando solo il telefono.

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          Quando una canzone cerca di cambiare il mondo

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            Una compilation espressamente dedicata alla rivolta, al “no, non ci sto”, al non girarsi dall’altra parte. Nel 106 l’artista Beyoncé ha detto: «Sta a noi prendere posizione e pretendere che smettano di ucciderci». Quando una delle più grandi pop star al mondo inizia a parlare come un’attivista, ci troviamo senza dubbio di fronte a un cambiamento epocale.

            Non solo pop

            E in effetti il pop – e in special modo l’R&B e l’hip hop – in questi ultimi anni è stato terreno fertile per le canzoni di protesta. Molti artisti hanno alzato la voce contro – per esempio – la presidenza di Donald Trump e gli omicidi a sfondo razziale della polizia, denunce che sono poi confluite nell’ascesa del movimento Black Lives Matter. Senza dimenticare il soul, il reggae e il punk degli anni ’70, il rap militante degli anni ’80 e il punk femminista delle riot grrrl degli anni ’90.

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              Le canzoni che Vasco Rossi ha scritto per altri: la playlist segreta che forse non conosci

              Scopri la playlist esclusiva di LaCity Mag con le canzoni scritte da Vasco Rossi per altri artisti. Dai successi dimenticati alle collaborazioni inaspettate, un viaggio nel lato più generoso e nascosto del Blasco. Un modo per festeggiare la partenza del nuovo tour, che toccherà alcuni stadi da nord a sud.

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                Vasco è molto più di un’icona del rock italiano. La sua voce, il suo stile e i suoi testi hanno segnato intere generazioni. Ma non tutti sanno che, tra un album e l’altro, Vasco ha scritto anche per altri artisti, lasciando la sua impronta su brani che oggi sono piccole gemme da riscoprire. Alcuni di questi pezzi sono stati in seguito “ripresi” dallo stesso Blasco, segno che anche lui si è reso conto di quanto fossero forti. Un viaggio tra titoli dimenticati, grandi successi e aneddoti incredibili. Noi di LaCity Mag abbiamo raccolto alcune di queste canzoni in una playlist unica, ascoltabile in questa sezione Audio.

                Parte il tour 2025

                Un’occasione anche per festeggiare la fine di una lunga attesa per i suoi fan. Ieri sera presso lo stadio di Bibione si è svolta la “data zero” di uno show che animerà lo stadio Olimpico di Torino, l’Arena Visarno di Firenze, lo stadio Dall’Ara di Bologna, il Diego Armando Maradona di Napoli, il San Filippo di Messina e l’Olimpico di Roma.

                Neve nera: il primo passo della Steve Rogers Band

                Nel 1981, Vasco scrive per la Steve Rogers Band – formazione composta dai suoi storici musicisti Solieri e Riva – i testi di Neve nera e Prendi e scappa. Due brani duri, con echi punk e messaggi nascosti tra ecologia, dipendenze e microcriminalità. Un primo vagito di una band che presto tornerà sotto l’ala del Blasco.

                Sarà migliore per Fiordaliso

                Scritto inizialmente per Valentino, Sarà migliore diventa nel 1985 uno dei brani più amati di Fiordaliso. La sua interpretazione intensa e graffiante dà nuova vita a una ballata struggente, tra le più belle love songs scritte da Vasco Rossi.

                Più in alto che c’è?!: il Blasco spirituale per Dodi Battaglia

                Un brano “angelico”, come lo definisce lo stesso Vasco. Scritto per Dodi Battaglia dei Pooh, Più in alto che c’è?! è un inno all’amore come unica risposta esistenziale. Vasco ne realizza una sua versione nel 2016, confermandone la potenza lirica e melodica.

                Pippo: Zucchero e Vasco tra scherzi e hit

                Nato per gioco, Pippo è il frutto di una notte di bagordi tra Vasco e Zucchero. Una canzone diretta, divertente, con un retrogusto amaro. Vasco rinuncia alla paternità, ma l’episodio resta una prova di quanto la sua penna sappia creare hit anche per gioco.

                Tentazioni: gli Sharks e l’occasione sprecata

                Con Tentazioni, Vasco scrive un brano per gli Sharks, band hair metal prodotta da Enrico Ruggeri. Il testo, denso e potente, non trova però una degna interpretazione. Un’occasione mancata che dimostra come, per rendere giustizia a Vasco, serva anche l’intenzione giusta.

                Mr. DJ: gli inizi elettronici del Blasco

                Mr. DJ è unsingolo del 1977 firmato sotto pseudonimo per Mandrillo. Un esperimento proto-techno-pop dove Vasco compare nascosto dietro una voce distorta. Lontano dal rock, vicino all’avanguardia. Un Vasco che sorprende, per l’ennesima volta.

                Ascolta la playlist completa

                Tutti questi brani – e altri ancora – sono ascoltabili nella playlist esclusiva curata da LaCity Mag. Un’occasione imperdibile per scoprire (o riscoprire) un Vasco Rossi meno conosciuto, ma non meno autentico. L’autore che ha saputo mettere il suo talento al servizio degli altri, con una generosità rara nell’ambito della musica italiana.

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